Brioni “torna a casa” con la collezione AI 2019-2020

Brioni

Brioni inizia il 2019 con un nuovo direttore artistico

“Anno nuovo, vita nuova”: ci crediamo (e speriamo) sempre tutti, ma nella moda non sono solo gli anni e le stagioni che si susseguono a dettare rinnovamenti. È la direzione artistica che più di tutto influenza stile e collezioni e, si sa, una sostituzione al vertice della piramide creativa significa solo una cosa: cambiamenti all’orizzonte.

Questa volta è Brioni a confermare la regola. Il brand del gruppo Kering ha iniziato il nuovo anno con un direttore artistico nuovo di zecca, il terzo in tre anni, e l’inversione di rotta è subito stata evidente. Se Nina-Maria Nitsche, e ancora prima di lei Justin O’Shea, avevano scelto Parigi come sfondo per la presentazione delle collezioni Brioni, il nuovo design director austriaco Norbert Stumpfl mostra fin dal suo arrivo il suo disaccordo. Il brand romano ha bisogno di tornare a casa, di guarire dopo le turbolente vicissitudini degli ultimi anni, e Milano Moda Uomo si configura come l’occasione perfetta.

Milano come palcoscenico e un dna sartoriale da valorizzare e modernizzare

Lo showroom all’ultimo piano della Galleria Passarella accoglie la collezione Autunno/Inverno 2019-2020 di Brioni e gli da il bentornato a casa con una meravigliosa vista sul Duomo. Stumpfl sceglie 33 look per presentarsi al mondo come nuova guida creativa del brand, e non manca di mostrarsi entusiasta per la nuova avventura insieme al marchio di alta sartoria.

Nei pezzi presentati è evidente la formazione pregressa del designer e i suoi anni passati tra Berluti, Louis Vuitton, Balenciaga e Lanvin, ma, senza ombra di dubbio, emerge anche il tentativo di restare fedele al DNA Brioni. Come farlo? Innanzitutto valorizzando i tessuti raffinati e di altissima qualità che caratterizzano i capi, senza cadere però in un classicismo e formalismo che troppo a lungo hanno caratterizzato il marchio.

Il nuovo anno e il nuovo designer, come una ventata di aria fresca, arrivano a stravolgere gli equilibri e a donare quel tocco di contemporaneità che mancava ad un know-how sartoriale consolidato ormai da più di settant’anni. Le linee sono morbide, i capi leggeri cadono sui corpi in maniera fluida e i dettagli sono ciò che fa la differenza.

Sotto colletti in coccodrillo, cuciture quasi invisibili, fodere in visone rasato, motivi cashmere e a scacchi e knitted astrakan completano abiti per ogni occasione, da quello formale a quello perfetto per il tempo libero ed il weekend. Novità assoluta per Brioni, inoltre, la presentazione dell’abito primo, una silhouette dalla vestibilità slim di cui certamente sentiremo ancora parlare.

La nonchalance romana

È evidente l’omaggio alla tradizione e alle origini di Brioni a cui Stumpfl si rifà donando all’intera collezione un’aura di nonchalance tipicamente romana. L’idea è quella di un uomo perfettamente a suo agio con sé stesso, che non ha bisogno di fronzoli ma che invece sovrappone e combina i capi d’istinto, seguendo il proprio estro, costruendosi – un pezzo alla volta – un guardaroba completo e ricercato, in grado non solo di appagarlo, bensì di aiutarlo ad affermare la propria identità nella società.

Gli abiti hanno una fattura impeccabile, il taglio è accurato e l’artigianalità che li contraddistingue è palpabile con mano, ma, allo stesso tempo, vengono indossati con una facilità e una informalità strabiliante. Il DNA formale e sartoriale di Brioni e lo stile più fresco e moderno introdotto dal designer si rincorrono e si incontrano in ogni abbinamento, si scontrano e si fondono nei tessuti, si cercano e si trovano nelle linee. Questo basterà a mantenere Stumpfl alla guida creativa della Maison?

 

di Martina Testa

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