Metropolitan’s scenography. Il palcoscenico sulla realtà.

“Il teatro non è il paese della realtà : ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.”
(Victor Hugo)
Il teatro nasce per rendere tangibile l’aspirazione umana di creare un rapporto con le divinità, attraverso riti e danze, e allo stesso tempo intrattenere rapporti sociali. Dal medioevo ai giorni nostri, ha subito infinite evoluzioni e sfumature, rimanendo sempre un nodo di congiunzione tra le varie arti.
L’aspetto che rende il teatro infinitamente affascinante è la sua casualità: “Teatro” è una relazione tra un attore e uno spettatore, ed è una relazione così personale che ognuno potrebbe dire di vivere storie differenti ogni volta.
Il confine tra palco e realtà è sempre labile, indossare una maschera è un atto prima di tutto ludico: infatti in alcune lingue, come l’inglese (“to play”), il francese (“jouer”) e l’ungherese (játszik), il termine coincide con il verbo “giocare”.
Ludico sì, ma è il modo in cui spesso ci presentiamo alla realtà. E allora aveva ragione Camus quando, nel suo teatro dell’assurdo, diceva che la vita si trasforma in un palcoscenico, dove tutti noi recitiamo delle parti ed indossiamo delle maschere, talvolta senza neanche accorgercene.
De Filippo diceva che il teatro è una delle testimonianze più certe del bisogno dell’uomo di provare in una sola volta più emozioni possibili, da qui il titolo che Gilt ha voluto dedicare alla più attuale delle sette arti, chiamando questo numero “ Metropolitan’s scenography”.
Racchiudendo in chiave contemporanea e parafrasando a 360 gradi il tema, Joseph Chen , fotografo newyorkese , firma un bellissimo servizio fotografico che Gilt Magazine ha voluto reinterpretare omaggiando uno dei più grandi padri del teatro moderno , Pirandello , da cui il titolo “9 LOOKS IN SEARCH OF A MODEL”.
Ma il teatro non è solo ciò che si vede sul palcoscenico.
“Dietro le quinte” è un modo un po’ generico per definire tutto ciò che c’è dietro uno spettacolo teatrale o un’esibizione di danza. Ma ciò che non si vede, spesso, o quasi sempre, è la parte più affascinante. Pensate che una sfilata dura in media 15 minuti, ma il lavoro e la preparazione che ci sono dietro, durano ogni volta sei mesi. Pensate all’emozione che si racchiude nei momenti immediatamente precedenti la messa in scena, al momento in cui, carichi di entusiasmo,tensione ed adrenalina, gli attori si augurano l’in bocca al lupo.
Eppure non c’è bisogno di salire su un palco o di indossare le punte di ferro per capire cosa intendo: “dietro le quinte” è un inno a ciò che non si vede, a ciò che non è detto, scontato, percettibile. Sono le emozioni, le sconfitte, sono la quotidianità che vive ognuno di noi. E’ una melodia canticchiata distrattamente nella metro.
“Drifts a melody so strange and sweet in this sentimental bliss” cantava Ella Fitzgerarld in uno dei più romantici testi della storia. Ed è così che ci stiamo addentrando nella stagione invernale: ballando un dolcissimo lento.
Cala ormai definitivamente il sipario sulla bella stagione, facendo spazio al ritmo e alla routine a cui siamo tutti abituati e che, ammettiamolo, dopo un po’ ci manca.
Ma autunno è anche rinascita, è rimettersi in gioco, aggiornarsi, è, soprattutto, tempo di coccolarsi con qualche nuovo acquisto. Ottobre è l’applauso che precede l’esibizione, è l’aspettativa mista a curiosità.
E’ il mese in cui dobbiamo mettere in pratica tutte le lezioni imparate durante le fashion weeks di settembre. Londra, New York, Milano, Parigi: sarà estate prima di passarle in rassegna tutte.
Quindi care lettrici, mi raccomando, armatevi tutte di tè caldo e sedetevi comode a leggere i nostri suggerimenti per l’A/I 2015!
Il vero must di questa stagione è lo stile boho chic: Isabel Marant, antesignana di questo trend, ci ha istruite a dovere sull’accostamento di frange e pesanti tessuti jaquared; per Marni e Valentino la parola chiave è una sola: pelliccia, rivisitata in chiave patchwork, o color block, come propongono Moschino e Fendi, e per le meno audaci, sì alle più classiche: affrontare il freddo non è mai stato così facile!
I cappotti diventano over e gli abiti mini. Versace e Saint Laurent azzardano con paillette, lustrini e tulle, per una moda che stupisce anche a basse temperauture.
E le gonne? Gucci e Ferragamo non hanno dubbi: a pieghe, ampie o plissè, rigorosamente sotto il ginocchio.
Rinunciare alla sensualità mai, Alberta Ferretti docet: siamo ormai abituate alla maestosità dei suoi abiti, che sono sempre un tripudio di femminilità e ricercatezza. Pizzi, trasparenze e pois su abiti lingerie che saranno perfetti per le occasioni più mondane: mensieur Scognamiglio è d’accordo.
“Bene” direte voi, “e per me che tutte le mattine vado al lavoro?” Non temere cara lettrice, la moda pensa a tutti, e per te Marc Jacobs ha riservato dei deliziosi tailleur in colori pastello…Ah! Non ve lo avevo ancora detto? Uno dei trend di questa stagione sono proprio loro, i colori pastello! Lo avreste mai immaginato? Scopriteli nella nostra rubrica!
I maglioni diventano sculture con Delpozo, e per rimanere in tema noi siamo andati alla mostra di Michelangelo nella stupenda cornice del Castello Sforzesco, voi avete tempo fino al 10 gennaio, correte!
Moda è anche arte, e la collaborazione tra il New York City Ballet e lo stilista Zuhair Murad è la prova che questo connubio può essere magico. Lo stilista ha infatti creato per il giovane coreografo Myles Thatcher i costumi per il suo spettacolo sulle note di William Walton.
Qui su Gilt non manca proprio nulla: uomini, abbiamo pensato anche a voi! Non perdetevi la nostra recensione sulla nuovissima Audi A4, e tenentevi pronti a festeggiare insieme a Porsche i 30 anni del marchio alla Fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova in programma dal 22 al 25 Ottobre prossimo.
Infine, nella nostra rubrica prêt-à-porter troverete utili consigli sull’abbigliamento più adatto per andare a teatro, ma mi raccomando, qualunque cosa indossiate, lasciate il segno con il vostro profumo: sarà il ricordo migliore che avranno di voi.

Viviana Liguori

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