Come sta cambiando il mondo della moda?

Uno sguardo su tutti i colpi di scena più attuali dello scenario della Fashion Industry

a cura della Redazione

Alessandro Michele e Gucci prendono due strade separate

Proprio qualche giorno fa Alessandro Michele ha lasciato la guida creativa del brand di lusso Gucci. “Le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere”. Queste le parole che Alessandro Michele ha lasciato sui social quando ha abbandonato la Maison. Se ci si chiede quale possa essere la vera causa della rottura, occorre riflettere in termini di fatturato del brand. Dopo che esso per anni è cresciuto in modo esorbitante, nell’ultimo anno, questa crescita ha iniziato a rallentare parecchio. Il proprietario di Kering, Francois-Henri Pinault, avrebbe così richiesto di “ridisegnare” il brand a Michele, che non ha apprezzato la richiesta. Da qui, la rottura. 

La chiusura del brand di Raf Simons

Raf Simons ha annunciato la chiusura del suo marchio, dopo ben 27 anni di attività. Lo stilista, tramite social, ha comunicato il tramonto del suo iconico brand. La stagione SS 23 sarà la sua ultima di sempre. Si chiude così un altro capitolo della moda maschile che ha segnato non poco l’ambito della Fashion Industry. 

Estée Lauder ha comprato Tom Ford

Il colosso della bellezza si è aggiudicato l’acquisto del brand Tom Ford per 2,3 miliardi di dollari. Fabrizio Freda, amministratore delegato di Estée Lauder, ha definito l’acquisizione di Tom Ford “strategica” e in grado di far crescere la società nella categoria della bellezza di lusso. Tom Ford Beauty ha infatti sempre creato prodotti desiderabili e di altissima qualità. Il settore della cosmetica extra lusso si dimostra continuamente in crescita nonostante inflazione e rallentamento economico.

Alessandro Tisci, l’abbandono della creazione creativa di Burberry

Alessandro Tisci qualche settimana fa ha abbandonato la direzione creativa del brand Burberry passando il testimone a Daniel Lee, che qualche tempo prima aveva lasciato Bottega Veneta. Ci si chiede a questo punto se l’industria della moda stia diventando sempre più industria, e forse sempre meno attenta alla creatività.

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