Com’è cambiato il linguaggio: tra emoticon e strafalcioni

L’estrema velocità delle interazioni social elimina la vergogna. Molto spesso sui social si comunica infatti in modo più istintivo

a cura della Redazione

Parole e significato  

Il tema del linguaggio merita oggi una riflessione approfondita. Si parte dalle fondamenta, dalla semiotica, che non è altro che lo studio del significato del linguaggio. La semiotica si occupa di dare senso alle cose, ai discorsi, alle parole, ai segni, al linguaggio verbale, ma non solo, anche ai segni visivi, gestuali, e alla spazialità. In generale, quindi, la semiotica si occupa delle modalità attraverso cui il mondo che ci circonda assume senso.

Un cambiamento radicale con i social

Il linguaggio degli adulti si è infantilizzato, sia a livello lessicale che a livello sintattico: frasi brevissime ed emoticon sostituiscono argomentazioni più articolate. I giovani usano un lessico ampio, ma poco appropriato. Riecheggiano le tante parole che hanno sentito, ma non ne conoscono il vero significato, e spesso le usano in modo inappropriato. Usano le parole per assonanza. Si va così sempre più verso una semplificazione e una confusione. 

Il web elimina la vergogna 

L’estrema velocità delle interazioni social elimina la vergogna. Molto spesso sui social si comunica in modo istintivo. Tutti sappiamo che il web è una grande vetrina, ma nel momento concreto in cui reagiamo, pensiamo di farlo solo per quel singolo post, rivolgendoci a quella singola persona; si tratta invece di una vetrina potenzialmente virale e mondiale. Apparentemente sui social non ci mettiamo la faccia e anche se il nostro profilo è davvero “nostro”, con tanto di nome e foto, e non usiamo un account fake, abbiamo comunque una percezione di un’alterità; questo ci dà una grande libertà e non ci fa sentire quei vincoli di vergogna e autocensura.

Lascia un commento

Your email address will not be published.