ChatGPT mette i dati personali a rischio

L’Italia decide di fermare ChatGPT, che sembra non rispettare le regole sulla privacy

a cura della Redazione

Foto di Alana Jordan da Pixabay

Qualche informazione sul software

ChatGPT negli ultimi tempi è diventato uno tra i più noti software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare le conversazioni umane. GPT è un modello di linguaggio creato da OpenAi che ha l’obiettivo di generare testi in autonomia, rispondendo alle richieste dell’utente su svariati argomenti; viene anche utilizzato come aiuto aggiuntivo nella stesura di tesi, ricerche e documenti. Sembra dunque essere una valida risorsa per la creazione di contenuti nonché un chatbot e un robot con cui l’utente interagisce.

I problemi riscontrati ultimamente

Una problematica ricade sul fatto che manchi una informativa agli utenti, come d’altronde viene a mancare una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione dei dati personali. Altro problema, il servizio offerto da ChatGPT è per i maggiori di 13 anni, ma manca un filtro che verifichi effettivamente l’idoneità, l’età di chi ne usufruisce. Inoltre, lo scorso 20 marzo, si sono smarriti molti dati riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative ai pagamenti.

Quella che è sembrata essere per qualche tempo una delle novità più apprezzate e utilizzate attualmente sta forse perdendo tutto il suo charme?

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