Musica d’autunno

Cosa accade quando udiamo un suono qualsiasi? Avete mai provato a pensarci?

La risposta è semplice: si attiva la parte più profonda di noi, che si muove per istinto primordiale. Stiamo parlando del sistema limbico e non solo, perché quando ascoltiamo suoni o musica si attivano anche alcune aree deputate al movimento. La musica è una potente fonte di piacere, tant’è che i recettori del cervello sono gli stessi che reagiscono alle sostanze psicoattive.

Persino bimbi e neonati beneficiano degli effetti della musica. E’ stato infatti ampiamente dimostrato che i bebè si rilassino quando esposti ad una melodia, e che si rasserenino ascoltando il battito cardiaco regolare della madre. Questo miracolo è possibile, come anticipavamo prima, grazie al sistema limbico, e in particolare a quel circuito sottocorticale formato da strutture cerebrali come il Talamo e l’Amigdala, che maneggiano le risposte fisiologiche agli stimoli emotivi.

Differenti generi di musica possono eccitare sistema simpatico e parasimpatico, oltre che stimolare il rilascio di endorfine, che generano benessere globale. A livello concettuale vi è anche una forte relazione tra musica e linguaggio, in quanto un suono o una melodia sono in grado di modulare il nostro umore tanto quanto una parola pronunciata ad alta voce, che possiede un significato ben preciso. Questo è il motivo per cui la musica viene sempre più impiegata a livello sanitario, come vera e propria “terapia”. La “Musicoterapia”, sfrutta la capacità dei suoni di favorire la neuroplasticità e di attivare quasi tutte le regioni cerebrali, portando ad un recupero sia di capacità linguistiche che motorie.

I benefici per la salute però non finiscono qui, in quanto grazie all’ascolto della musica vera e propria, piuttosto che di suoni (come ad esempio le onde del mare), si alza persino il tono dell’umore, andando a migliorare quelle che sono le patologie depressive e ansiose. Una vera e propria panacea insomma, dove l’unico effetto collaterale è il rischio di intristirsi durante l’ascolto di una melodia associata in passato ad un evento di vita negativo.

di Sabrina Burgoni

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