Come in un film

A settembre al via la stagione cinematografica, ricca di novità ed eventi importanti. Ben 37 film in uscita, escludendo le pellicole che concorreranno al Festival del Cinema di Venezia. Con un inizio così scoppiettante, non resta che scegliere il proprio film preferito e calarsi nei panni del protagonista della storia. Sì, perché andare al cinema non solo è piacevole, ma fa anche bene alla nostra salute mentale! Quando guardiamo un film infatti, attiviamo varie aree del nostro cervello, tra cui quelle deputate alle emozioni. Già, ogni volta che osserviamo delle immagini proiettate su uno schermo, il nostro sistema limbico si attiva, facendoci provare vari tipi di emozioni, di varia entità ed intensità, a volte riportandoci indietro nel tempo a vecchi ricordi vissuti tramite la memoria associativa.

Il nostro cervello non distingue la realtà dalla fantasia, e quando ci troviamo di fronte a delle espressioni facciali di un altro essere umano, esso si attiva subito per comprendere cosa stia provando e pensando. Sia che questa persona sia in carne ed ossa, sia che venga semplicemente rappresentata su uno schermo. Un altro aspetto curioso ad esempio, e che Paul Ekman ha dimostrato, è che se un attore recita un’emozione, cioè atteggia il viso ad un’espressione triste o allegra, cambiano alcuni parametri fisiologici, come il ritmo cardiaco o la respirazione. Il cervello, in altre parole, viene ingannato dalle espressioni facciali del suo volto. Siamo macchine complesse, con un sottile ma perfetto sistema di riconoscimento dell’altro. Questo per la specie umana ha una funzione adattiva legata alla sopravvivenza della specie stessa. Comunicazione sta a sopravvivenza tanto quanto attore sta a cinema.

Capire quali siano le emozioni di chi ci sta davanti consente di valutare istantaneamente la situazione, permettendo così di prepararci ad un attacco o ad una fuga fulminea per salvarci la pelle. Lo stesso avviene quando ci sentiamo tristi, e dunque tendiamo a ricercare film a tematiche strappalacrime per poterci immedesimare, piuttosto che optare per un film comico o d’azione quando ci sentiamo su di giri. Il cinema come terapeuta low cost insomma, dove poter arrivare a delle soluzioni nuove attraverso l’aiuto che ci viene fornito tramite l’osservazione dell’altro, una sorta di secondo sé in cui immedesimarsi a zero rischi. Sebbene l’attore sia distinto e ben separato da noi, in quell’istante viene recepito come un prolungamento della nostra persona.

Ciò fa sì che scattino dei processi di pensiero interni che modificano il nostro stato d’animo, a seconda delle immagini che ci troviamo di fronte, e che il cervello osservi, processi, immagazzini e registri, facendo una selezione automatica attraverso un meccanismo di attenzione selettiva. Quindi, cari amici, se volete che il vostro cervello liberi endorfine (particolari ormoni della felicità che provocano benessere fisico e mentale) scegliete bene, con cura ed attenzione il vostro prossimo film. Evitate i movies troppo tristi, che abbasserebbero il tono dell’umore, e lanciatevi su tematiche profonde ma allo stesso tempo semplici e di facile immedesimazione. Il miglior film è movimentato e ad alto impatto emotivo; un toccasana per mente e spirito.

E sulle ali del grande cinema…auguro a tutti un meraviglioso mese di Settembre!

di Sabrina Burgoni

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