Lasciami andare, l’importanza di superare la sofferenza del passato

Film Lasciami Andare

Lasciami andare: creare una nuova vita e superare la sofferenza del passato

Direttamente dalla chiusura del Festival di Venezia 2020, dopo un anno dalle riprese, arriva al cinema il nuovo thriller di Stefano Mordini. È mostrata l’attuale Venezia come una città in decadenza, che rischia di essere sommersa dalla laguna. Questa ambientazione rispecchia e alimenta pienamente  la trama misteriosa del film interpretato da alcuni dei migliori attori del panorama cinematografico italiano.

Marco (Stefano Accorsi) è un ingegnere apparentemente sereno, che cerca di far sopravvivere degli edifici che altrimenti rischierebbero di crollare. Fidanzato con una cantante, Anita (Serena Rossi), che gli sta per dare un figlio. Il protagonista non è padre per la prima volta: dal primo matrimonio con Clara (Maya Sansa) era nato Leo, morto anni prima all’età di cinque anni. È proprio durante la seconda dolce attesa che nella vita di Marco compare la misteriosa Perla Gallo (Valeria Golino), nuova inquilina della casa in cui abitava prima del tragico lutto. La donna si è appena trasferita insieme al figlio Giacomo, che dice di sentire il fantasma di Leo.

Il protagonista come in una trappola psicologica

É interessante osservare la posizione del protagonista, che si trova in mezzo a due donne: Clara, l’ex-moglie, che lo riporta al passato e cerca di convincerlo dell’esistenza del fantasma del figlio, e Anita, la fidanzata, che rappresenta il futuro, ma inizia ad essere gelosa e a sentirsi molto sola in un momento così importante per la loro vita di coppia. Nel film Marco è quindi padre di due bambini, i quali non sono personaggi fisicamente presenti: Leo è morto, ma la sua anima si fa sentire e tormenta la vita di un padre che deve prepararsi ad accogliere un nuovo figlio, simbolo del futuro. Marco si trova dunque a dover affrontare un passato doloroso e allo stesso tempo un futuro ancora da scoprire.

Un film sulla ripartenza

Dalle riflessioni di  Accorsi: “il film è pregno di metafore, ma allo stesso tempo è molto concreto. È proprio Venezia che offre e si offre come metafora ed allegoria vivente”. Un’allegoria per la ripartenza; il film parla dell’importanza di creare una nuova vita e di superare la sofferenza del passato; dunque, in questo momento particolare per il cinema e per il resto del mondo, è tangibile più che mai il messaggio di “andare avanti”. È importante imparare a  percepire gli ostacoli come opportunità, perché c’è sempre qualcosa di positivo da cogliere.

 

di Margherita Sala

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