Nastri d’Argento 2025: storie potenti, attori iconici e grandi ritorni – Gilt Magazine

Nastri d’Argento 2025: storie potenti, attori iconici e grandi ritorni

Tra rivelazioni, drammi storici e successi popolari, la cerimonia a Napoli premia il meglio della fiction italiana contemporanea.

a cura della Redazione

Da diversi anni ormai la serialità italiana vive un momento di rinnovato splendore, spaziando con consapevolezza e libertà tra generi, linguaggi e piattaforme. I Nastri d’Argento Grandi Serie 2025, assegnati ieri sera nella splendida cornice di Villa Pignatelli a Napoli, hanno celebrato il meglio della stagione televisiva e streaming italiana, premiando titoli che hanno saputo lasciare un segno non solo nel cuore del pubblico, ma anche nella coscienza critica del Paese.

La serie dell’anno: storia, ambizione e una performance magistrale di Luca Marinelli

A conquistare il titolo di Serie dell’anno è stata “M. Il figlio del secolo”, la produzione Sky diretta da Joe Wright e tratta dal celebre romanzo di Antonio Scurati. Un’opera ambiziosa e disturbante, che affronta con coraggio la nascita del fascismo attraverso lo sguardo affilato di un racconto storico e drammatico. Al centro, l’interpretazione straordinaria di Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini, che non solo convince, ma ipnotizza. Premi anche per la co-protagonista Barbara Chichiarelli e per la sceneggiatura firmata da Stefano Bises e Davide Serino, che ha saputo tenere in equilibrio rigore storico e tensione narrativa.

La leggerezza vincente: gli 883 conquistano la Commedia

Cambia totalmente registro “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, che si aggiudica il Nastro d’Argento nella categoria Commedia. La serie, diretta da Sydney Sibilia, ha riportato in auge il mito pop di Max Pezzali e Mauro Repetto con nostalgia e ironia, regalando due giovani rivelazioni: Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli. I due attori hanno ricevuto sia il premio Rivelazioni dell’anno che una targa speciale di Italo “per un successo ad alta velocità”. Un riconoscimento che dimostra quanto anche la leggerezza, se ben scritta e recitata, possa restare impressa.

Il crime che fa discutere: “Avetrana” vince con coraggio

Sul fronte del crime, a spuntarla è “Avetrana – Qui non è Hollywood”, una delle serie più discusse dell’anno. Nonostante le polemiche e una diffida da parte del comune omonimo, la serie che racconta il tragico caso di Sarah Scazzi ha convinto la critica grazie alla sua capacità di trattare la cronaca con rispetto e complessità. Un’operazione delicata, ma ben riuscita.

Il drama dell’anno è firmato da Valeria Golino

Tra i titoli più intensi dell’anno, “L’arte della gioia” di Valeria Golino ha vinto nella categoria Drama. Liberamente tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza, racconta la storia della giovane Modesta, una donna che nella Sicilia del dopoguerra combatte per il diritto a vivere la propria vita secondo i propri desideri. Un racconto potente di emancipazione e autodeterminazione, che ha permesso a Tecla Insolia di conquistare il premio come Miglior attrice protagonista. La serie ha ricevuto anche i riconoscimenti per i non protagonisti Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino.

Il miglior film per la TV è un classico rivisitato

A imporsi nella categoria Film TV è stato “Questi Fantasmi!”, remake della celebre commedia di Eduardo De Filippo, diretto da Alessandro Gassmann. Un omaggio alla tradizione napoletana, con un cast corale che ha saputo coniugare rispetto per il passato e sensibilità moderna: Massimiliano Gallo, Anna Foglietta, Alessio Lapice e Maurizio Casagrande portano in scena uno dei testi più amati del teatro italiano.

Icone dell’anno: volti che lasciano il segno

Non poteva mancare un riconoscimento speciale a chi ha saputo incarnare la serialità con forza e carisma. Le Icone dell’anno sono cinque nomi che rappresentano generazioni, stili e sensibilità differenti: Luca Marinelli per “M. Il figlio del secolo”, Kim Rossi Stuart per “Il Gattopardo”, Alba Rohrwacher per “L’amica geniale – Storia della bambina perduta”, Monica Guerritore per “Inganno” e Vittoria Schisano per “La vita che volevi”. Interpreti intensi, capaci di attraversare ruoli e narrazioni lasciando un’impronta riconoscibile e profonda.

Il valore di una serialità che sa rischiare

Quella premiata ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2025 è una serialità italiana matura, capace di alternare la grande Storia alla musica pop, il dramma esistenziale alla commedia nostalgica, la cronaca al teatro. Le produzioni selezionate dimostrano che la serialità è ormai il cuore pulsante del racconto contemporaneo e che gli attori italiani sanno ancora stupire. In un panorama globale sempre più competitivo, il nostro Paese continua a proporre storie che parlano, emozionano e resistono.

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