L’erotismo di Gian Paolo Barbieri è “UNCENSORED”

“UNCENSORED” è un percorso espositivo all’insegna dell’erotismo senza filtri; sono nudi che non risparmiano “l’effetto sorpresa”

Milano, arte ed eros

La Milano degli eventi va di fretta. Appena iniziata, la Moda Donna è già sul finire, e tra gli imperdibili c’è qualcosa di “unconventional”. È la produzione erotica del maestro dello scatto, Gian Paolo Barbieri, che gira tutto attorno alla figura dell’uomo. Come una fissazione, un’urgenza, una ricerca; come un Ulisse che vuole arrivare fino in fondo al viaggio, per conoscere tutto. Dal 22 al 25 settembre vale la pena prenotare l’ingresso alla Fondazione Gian Paolo Barbieri per un’esperienza “UNCENSORED”.

La mostra fotografica di Via Lattanzio 11 (MI)

Google Maps dice 7 minuti a piedi dalla fermata della metro gialla Lodi Tibb. Ma a passo spedito anche 5. Si può fare, per arrivare in un posto dalla spiccata personalità. Forse un vecchio magazzino o forse uno studio, non importa. Bisogna verificare il nome sulla lista, mostrare il green pass e provare la temperatura, poi è fatta.

Le mura chiare sono decorate dai rampicanti. Negli spazi esterni si notano sassi e un po’ di verde, ma anche mattoni a vista. All’interno, le pareti luminose accolgono libri, conchiglie, uno specchio, un elmetto, qualche maschera, anfora, vasi, un corno, mobilio in legno e altri dettagli, mentre le luci giocano con le foto di nudo

Sono tutti nudi maschili. Irriverenti. Eppure, così eleganti, semplici e veri. Ecco perché “UNCENSORED” è un percorso espositivo all’insegna dell’erotismo senza filtri, tranne quelli della sensibilità di Barbieri e degli obiettivi della sua macchina fotografica. Sono nudi che non risparmiano “l’effetto sorpresa”.

Passeggiando per lo spazio, d’improvviso, sulla sinistra, si apre un varco nell’archivio di opere: uno spazio buio, con scaffali di raccolte e cornici. In fondo, la luce illumina la fotografia sorretta da un cavalletto. Lo sguardo si sposta curioso e riconosce la figura di un uomo disteso sul letto mezzo sfatto; nudo, legge il giornale che gli copre il volto.

Nel cortile esterno, un quadro è illuminato nel mezzo di una zona di un verde un po’ selvatico: è un uomo di spalle. Il serpente che striscia sul suo dorso e la mano che si posa sui glutei, mentre stringe una mela. Quale sarà, questa volta, il peccato originale?

Le parole dello storico della fotografia Maurizio Rebuzzini: «Nonostante l’apparenza fotograficamente elaborata, queste immagini sono di classica semplicità. Il fondo neutro è allegorico nei suoi sottintesi, ma secondario rispetto alle figure umane che dominano la scena. Le stesse figure sono percepite così tanto intimamente da infondere un senso di imbarazzo. Allo stesso tempo è difficile ridurre lo stile, il garbo, il gusto di Gian Paolo Barbieri a pura descrizione oppure ad una qualsivoglia appartenenza espressiva. I soggetti sono visualizzati con tagli e lame di luce in attimi sospesi e silenti…».

Gian Paolo Barbieri, vita e miracoli 

Tra i fotografi internazionali più influenti degli ultimi sessant’anni, Barbieri nasce nel centro di Milano. Impara le prime cose utili per la fotografia di moda nel magazzino del padre, grossista di tessuti. Poi, è alunno del cinema noir americano: non ha mai frequentato una scuola di fotografia e così si diletta con esperimenti rudimentali.

Infila le lampadine nei tubi della stufa della cantina: deve capire come cavolo fanno quelle luci particolari a rendere le attrici ancora più affascinanti. Diventa attore, operatore e costumista. Lavora a Parigi, poi, nel 1964 apre il suo primo studio fotografico a Milano.

Collabora con Vogue Italia e pubblica su riviste internazionali. Lavora, tra gli altri, con le attrici più iconiche di tutti i tempi da Audrey Hepburn a Veruschka e Jerry Hall. Realizza le più grandi campagne pubblicitarie per marchi internazionali come Valentino, Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, Armani, Bulgari, Chanel, Yves Saint Laurent, Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood e tanti altri.

Negli anni ’90, Barbieri parte per diversi viaggi alla scoperta della cultura senza limiti. Classificato nel 1968 dalla rivista Stern come uno dei quattordici migliori fotografi di moda al mondo, nel nuovo millennio vince il premio Lucie Award 2018 come Miglior Fotografo di Moda Internazionale. 

Oggi, a 83 anni, è richiesto come fotografo e artista per campagne pubblicitarie e redazionali. Le sue opere brillano nei musei di Londra, nel Kunstforum di Vienna, nel MAMM di Mosca e nel Musée du quai Branly di Parigi. Dimostrando a tutti, che il fascino di una mente illuminata non ha tempo.

di Camilla Mantovani

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