Luca Dotto: la legacy di un campione tra sport e futuro – Gilt Magazine

Luca Dotto: la legacy di un campione tra sport e futuro

Luca Dotto racconta la sua evoluzione da campione a mentore: tra moda, sport e passione per il mare, il nuoto resta il cuore della sua identità.

di Angelica Malaguti

Luca Dotto è uno dei nuotatori italiani più premiati degli ultimi quindici anni. Specialista nella velocità in stile libero, è stato il primo italiano a scendere sotto i 48 secondi nei 100 metri e ha conquistato numerose medaglie europee e mondiali. Ma il suo percorso va oltre le corsie: oggi Dotto affianca alla carriera sportiva progetti legati alla formazione, alla divulgazione e al lifestyle, come dimostra anche l’imminente collaborazione con U.S. Polo Assn. in occasione di Pitti Uomo 2025. In questa intervista ci racconta la sua visione su sport, mindset e progetti futuri.

In occasione di Pitti Uomo sei protagonista con U.S. Polo Assn., che celebra 135 anni di storia. È la tua prima collaborazione con questo brand?

Sì, è la mia prima collaborazione con loro.

Il claim dell’evento che si terrà mercoledì è “Play for the moment, live for the legacy”. Cosa significa per te vivere il momento e costruire un’eredità nel proprio percorso personale sportivo?

È stato un po’ il mantra della mia carriera, qualcosa che accomuna molti sportivi di alto livello. “Play for the moment” rappresenta la capacità di cogliere le occasioni, perché nello sport le grandi opportunità non sono frequenti e bisogna saperle sfruttare. “Live for the legacy” invece è ciò che ognuno di noi cerca di costruire: essere ricordati non solo per le vittorie, ma per i valori trasmessi. Anche per questo ho fondato la mia Academy, per avvicinare i giovani nuotatori al mondo del professionismo insegnando loro l’importanza di aspetti fondamentali come alimentazione, riposo, salute mentale. Spero che questo mio impegno lasci un segno e che io possa essere ricordato non solo come un bravo atleta, ma come qualcuno che ha restituito qualcosa allo sport che ha amato.

Quando non ti alleni, come ti piace rigenerarti? Hai un rituale, un posto del cuore o un’attività che ti fa sentire davvero “off”?

Amo il mare. Qualsiasi attività che si possa fare in acqua, dalla barca all’apnea, fino alle immersioni, mi fa sentire davvero in pace. È il mio luogo di rigenerazione. Nel tempo libero, però, mi dedico anche allo studio: sto frequentando un corso di Sport e Football Management per restare nel mondo dello sport, ma con competenze tecniche ulteriori rispetto a quelle dell’atleta.

Tra l’Academy e l’università, stai portando avanti diversi progetti personali. Ci racconti qualcosa in più?

Ho iniziato a studiare più tardi rispetto a molti, perché da giovane ero completamente concentrato sulla carriera sportiva. Ora che mi avvicino alla fine del mio percorso agonistico, sto cercando di costruirmi un futuro solido, acquisendo competenze utili per il mondo del lavoro, sia in ambito sportivo che manageriale. Inoltre, ho avuto l’onore di commentare i Mondiali di nuoto su Sky e su Eurosport: un’esperienza che mi ha entusiasmato e che potrebbe rappresentare un nuovo percorso. Mi piace l’idea di trasmettere la passione per questo sport anche a chi non lo conosce da vicino.

In questa transizione dall’essere atleta in prima linea a diventare un divulgatore, cosa è cambiato nel tuo rapporto con il nuoto?

Sto affrontando questa fase con maggiore serenità. Non ho più quella mentalità estremamente competitiva che mi guidava qualche anno fa, quando ero al massimo della forma. Questo mi aiuta ad affrontare la transizione con equilibrio. Non ti nascondo che ci sarà tristezza quando lascerò definitivamente l’attività agonistica, ma sono consapevole di aver dato tanto e, soprattutto, di essermi divertito lungo il percorso.

In una carriera lunga come la tua ci sono inevitabilmente momenti difficili. Cosa ti ha sempre dato la forza per andare avanti?

Tra infortuni e momenti complicati, lo sport mi ha insegnato ad affrontare la fatica e il dolore. Non bisogna nascondersi o compatirsi, ma accettare il momento difficile e lavorare per superarlo. Serve pazienza, serve tempo, ma si può sempre superare. La stessa disciplina che applichiamo in allenamento vale anche per la vita: lo sport ti insegna a non mollare quando i risultati tardano ad arrivare, e questa è una lezione preziosa.

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