Demetra Bellina: l’artista a tutto tondo

"Non credo in Niente" è il nuovo film con Demetra Bellina che parteciperà alla nuova edizione del Festival del Cinema di Venezia

di Camilla Prampolini

© Vernisse scarpe A.Bocca

La giovane attrice di Udine, classe 1995, nota per il suo ruolo nel film “Tutta Colpa di Freud”, ci concede qualche domanda per conoscerla e soprattutto conoscere il film ad opera di Alessandro Marzullo che sarà presentato il 2 settembre all’interno del panel “Coproduzione internazionale: uno sguardo al futuro” presso la Fondazione Ente dello Spettacolo, Hotel Excelsior – Lido di Venezia ore 16:15-17:15.

Non credo in Niente è il nuovo film nel quale Demetra Bellina interpreta una giovane hostess che affronta le classiche problematiche della vita di una giovane ragazza: un lavoro che non le piace, troppe passioni da seguire e una realtà con la quale fare i conti. Una panoramica estremamente attuale che pone lo sguardo su una generazione destinata a chinare il capo per sopravvivere accantonando i propri sogni.

Demetra, come la gran parte degli attori, inizia la sua carriera a Cinecittà e si trasferisce a Roma nel 2015: in questa intervista ci svela un po’ di presente, passato e anche di futuro. 

Padre con la passione per la musica e nipote di una pittrice, l’arte sembra essere di famiglia, come mai proprio il cinema e non altro? 

I miei genitori erano dei cinefili, guardavamo molti film nei fine settimana e un giorno mi sono imbattuta in un film con Marilyn Monroe e, affascinata, ho deciso di studiare recitazione.

Nel 2021 si era parlato di un album nel contesto musicale come cantante e musicista, come prosegue questo tuo progetto?

Si, assolutamente! Alla fine non ho pubblicato nulla perché non ero soddisfatta, purtroppo il mio  carattere è estremamente puntiglioso, quindi finché non ho quello che voglio al 100% non lo faccio proprio uscire; dovrebbe uscire tra dicembre o gennaio dell’anno prossimo, ora che ho anche un produttore e maggiori possibilità rispetto a prima. 

I film di cui hai fatto parte raccontano perlopiù le problematiche e i disagi della società attuale. In “Tutta Colpa di Freud” il tuo personaggio era alla ricerca di un equilibrio e di un’indipendenza. In “Non credo in niente” (di Alessandro Marzullo) il tuo personaggio cosa cerca? 

Il mio personaggio cerca cosa vuole fare nella vita, è una ragazza con tanti talenti che si è incartata su se stessa e si è messa a fare un lavoro che non le piace perché in qualche modo deve vivere, e si trascina. É una ragazza sola, che non riesce a costruire relazione con gli altri. È una ragazza irrisolta. 

© Martina Mariotti

I giovani di oggi, laureati o meno, pensi che abbiano più difficoltà a trovare la propria strada? Perché? 

Penso di sì, per tanti motivi. Il mondo del lavoro è nettamente differente da quello dello studente, e molto spesso non siamo preparati ad affrontare questo mondo dove non ci si inserisce subito, dove probabilmente non farai sin da subito ciò che vorrei fare o ciò per cui hai studiato. Non ci sono molti spazi per i giovani, che magari vengono assunti per tappare dei buchi di un posto vacante di qualcuno andato in pensione e si ritrovano a fare un lavoro che non hanno mai voluto. Secondo me ci dovrebbe essere un po’ più di apertura. 

Per quanto riguarda te stessa, ti senti realizzata? 

Sento che dovrei fare qualcosa di più perché il lavoro dell’attore è saltuario. È difficile basare tutta la propria vita su questo lavoro, per questo serve qualcosa su cui fare leva, io ho coltivato altre passioni, seppure sempre in ambito artistico, come la scrittura e la musica. 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

Sicuramente l’album musicale. Poi ho scritto un libro, che prima o poi pubblicherò, da cui ho tratto uno spettacolo teatrale l’anno scorso. E poi vediamo! Sono molto aperta, non sono schizzinosa, le esperienze come attore servono tutte.

C’è qualcosa di particolare  che vorresti trasmettere la tuo pubblico? 

Il film che sta per uscire a Venezia è molto poetico. Io sono una grandissima amante della poesia, in questo film, secondo me, il regista è riuscito a tirare fuori la poesia dove sembra non esserci, nella contemporaneità tutto sembra andare molto veloce, i rapporti sembrano superficiali e non c’è tempo per vivere le cose a pieno. Invece, credo che in questo film si riesca a tirarla fuori (la poesia) dai momenti normali, proprio come nella scena di una coppia che balla nel cuore della notte su una scalinata, così, solo perché gli va. Ed è una cosa romanticissima! Sono piccoli attimi per cui poi vale la pena fare il resto. Spero che chi veda il film e veda me riesca a cogliere questo lato, per me molto importante.

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