Luis Sepúlveda: amare la Terra anche alla fine del mondo

Luis Sepúlveda

Lo scrittore cileno Luis Sepúlveda non ha mai nascosto il suo impegno politico e ambientalista nella sua vasta produzione letteraria

I suoi libri ci hanno accompagnati fin dall’infanzia, a metà tra favole e romanzi. I protagonisti, animali o umani che fossero, sono stati capaci di appassionarci, coinvolgerci, farci riflettere. Con lui e le sue storie abbiamo riso, ma anche pianto. E una lacrima è scesa il 16 aprile 2020, quando la notizia della sua scomparsa a causa del Covid ha fatto in breve tempo il giro del mondo.

Parliamo di Luis Sepúlveda, amatissimo scrittore cileno naturalizzato francese, scomparso pochi mesi fa dopo l’ennesima lotta, questa volta contro il virus. Attivista politico fin dall’adolescenza, lo scrittore visse in prima persona il dramma della dittatura di Augusto Pinochet. Trascorse in carcere oltre due anni, a causa delle proprie fortissime convinzioni politiche dichiaratamente socialiste e della propria vicinanza al defunto presidente Salvador Allende.

Una vita avventurosa quella del giovane Sepúlveda, che dal 1977 al 1979 viaggiò nell’America Latina squassata da dittature, tra Paraguay e Uruguay prima, per poi approdare in Ecuador e Nicaragua. Sempre dalla parte dei più deboli e degli emarginati, come gli indios. La sua attività giornalistica, iniziata già durante l’adolescenza, riprese con successo proprio nel Paese centroamericano, tanto da portarlo in Europa, per la precisione in Germania, ad Amburgo, dove si stabilì nel 1979. Ma i viaggi e le avventure non erano certo finite.

La militanza per Greenpeace

La svolta avvenne nel 1982, quando Luis Sepúlveda si imbarcò su una nave di Greenpeace impegnata a combattere la caccia alle balene in Giappone. Una lotta dura, nel porto di Yokohama, per impedire che la flotta potesse partire e iniziare la sua cruenta attività. Lo scrittore e attivista non nascose mai il suo orgoglio per quella battaglia, come dichiarò successivamente durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera:

Ricorderò sempre quando, nel 1982, bloccammo il porto di Yokohama, per impedire l’uscita della flotta baleniera giapponese. Quasi due mesi in acqua. Era freddo, faticoso, e non si mangiava bene a bordo [della nave di Greenpeace]. Ma eravamo convinti che fosse importante. Nessuno ha detto: lascio, non ce la faccio. Finché abbiamo vinto. Non solo la flotta non lasciò il porto, ma nell’84 la Commissione baleniera internazionale dichiarò la moratoria della caccia alle balene”.

Per cinque anni proseguì la militanza di Sepúlveda in Greenpeace. Un’esperienza che segnò profondamente anche la sua produzione letteraria, in cui il tema dell’attenzione verso l’ambiente, dei soprusi compiuti dall’uomo e dell’importanza della lotta non sono mai mancati.

Non solo favole

Tra i romanzi in cui la tematica ambientale è più importante, spicca certamente Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, in cui il protagonista deve uccidere un temibile felino della foresta amazzonica, consumandosi però nel rimorso di non essere un cacciatore onorevole come quelli appartenenti alla tribù di indios con cui vive, secondo cui esiste un equilibrio tra uomo e ambiente circostante che i gringos non riescono, né desiderano comprendere. Intriso di dolore e compassione è, invece, Il mondo alla fine del mondo, romanzo con note autobiografiche in cui Luis Sepúlveda lascia filtrare molto della sua esperienza come militante di Greenpeace. Le balene e la natura ferita toccano il lettore, a cui spetta l’ingrato ma fondamentale compito di riflettere, anche a distanza di 31 anni dalla pubblicazione di questo romanzo.

E la balena è anche protagonista della favola Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa. La delicata storia di un capodoglio bianco, unico e legato indissolubilmente alla Gente del Mare, che rispetta e da cui è rispettata, ma anche della sua strenua lotta contro baleniere, pescatori e bracconieri, del tutto indifferenti al mondo marino e alla sua importanza. Ma la favola che più è stata capace di arrivare al cuore di milioni di lettori di ogni età e provenienza geografica è sicuramente Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. La struggente storia della gabbiana Kengah, investita da un’ondata di petrolio mentre cerca cibo nel Mare del Nord prima di ripartire alla volta del Sud, e dell’uovo che riesce a deporre davanti al povero gattone Zorba, investito di un compito più grande di lui, ha conquistato generazioni di lettori. Inquinamento, dolore, ma anche rivincita e senso di coesione con tutta la natura che ci circonda, rendono questa favola una delle letture imprescindibili per comprendere chi era davvero Luis Sepúlveda, il coraggioso scrittore giunto dalla fine del Mondo per conquistarlo tutto.

 

di Martina Porzio

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