Il raffinato primitivismo di Gabriele Colangelo

Una miriade di eventi, inaugurazioni e appuntamenti fanno da cornice alla settimana più attesa dalle fashion victim e non solo, in una Milano frenetica e scatenata. Tra le novità di questa edizione lo spostamento del baricentro della manifestazione in Piazza Gae Aulenti, nuovo polo dello shopping del lusso. E’ il The Mall, nel cuore di Porta Nuova, la suggestiva location scelta da Gabriele Colangelo per presentare la collezione primavera estate 2016.

Calati in un’atmosfera di raffinato primitivismo, lo stilista milanese si ispira alle tribù dell’Africa ritratte da Arkhurst nei primi del Novecento. Nudità discrete e gambe rigorosamente coperte da abiti che si fermano a metà polpaccio. Minimali grafismi tribali e sovrapposizioni materiche in un gioco di geometrie e linee architettoniche. Dettagli grafici in velluto di seta-viscosa che decorano abiti in organza plissettata e la rivisitazione del kente, tradizionale tessuto africano. Ancora, sofisticate asimmetrie e combinazioni eleganti di colori tenui nei toni della terra, del bianco e del lavanda.

Nella collezione di Gabriele Colangelo per la prossima stagione estiva c’è tutto questo. C’è un rigore stilistico che è vivacizzato da elementi giocosi e dall’aspetto selvaggio, come i dettagli in pelliccia a pelo lungo di Kidassia su giacche con maniche svasate, abiti, scarpe e borse.

Gabriele Colangelo è sicuramente tra gli artisti più complessi e poco immediati, ma anche tra i più intellettuali e di talento. All’università ha studiato Lettere antiche e sognava di diventare professore di greco e latino, ma non ha mai rinunciato alla sua grande passione per la moda. Ogni collezione ha una precisa collocazione culturale e un’evidente coerenza stilistica. La sua estetica è essenziale, sensibile e ricercata capace di stupire senza tanti effetti speciali.

di Anna Rita Russo

 

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