L’uomo Canali all’alba del 2018

Sartorialità, eleganza, qualità, Made in Italy: questi i quattro pilastri sui cui poggia Canali, brand italiano che veste l’uomo di lusso. Per la nuova collezione F/W 2018, Canali si ispira alle luci dell’alba, un’alba che investe la città, ancora silenziosa e avvolta dalla nebbia. L’oscurità della notte lascia lentamente il posto ai colori dell’aurora e il nero si mescola dolcemente alle nuance del blu, del verde e del rosso. Questa la crepuscolare palette degli outfit in scena, che alterna tonalità più cupe ad altre più luminose e intense, le quali si incrociano in pattern visibili solo agli sguardi più attenti.

Quadri, grisaglia, chevron e pied de poule sono i motivi principali della collezione, che vede protagoniste linee pulite e ben definite, con tagli che ricordano uno stile anni Venti. Giacche lunghe a doppio petto, pantaloni a vita alta e cappotti classici estremamente fluidi si alternano a capi più sportivi come parka dal taglio militare, caban asimmetrici e montoni con collo oversize.

Tessuto principe della collezione è il cashmere, in versione pura o nelle mischie di cashmere-cincillà, cashmere-visone e cashmere-lana Super 170’s. Anche negli accessori, come le borse 48 ore realizzate in pellame dalla marcata venatura, domina l’essenzialità delle linee.

L’uomo firmato Canali è un uomo sicuro di sé, sofisticato ed elegante, pronto a solcare le strade della città e avventurarsi nei suoi punti più remoti illuminati dalle luci soffuse di una promettente alba. Un uomo avvolto da un allure misteriosa e affascinante che riporta in voga un rigore maschile che sembrava essere estinto altrove.

La collezione è essa stessa l’alba di un nuovo importante anno per la Maison, che si prepara ad accogliere il nuovo direttore creativo Hyun Wook Lee, stilista di origine coreana ma adottato dal nostro Paese ed esperto del Made in Italy: vanta infatti importanti esperienze con firme quali Ferré, Versace, Zegna e Berluti; il suo debutto è previsto per la prossima collezione Primavera/Estate 2019.

di Debora Lupi

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