Sea Signora: un debutto con vista mare in città

Il ristorante di pesce dello chef-imprenditore Antonio Fresa sbarca nel cuore di Milano con un’impresa audace

di Serena Giani

Milano ha un nuovo luogo del gusto che profuma di mare. Si chiama Sea Signora e sabato 6 settembre ha aperto le sue porte nel cuore del quartiere Brera, in via Fiori Chiari 32. Il ristorante porta la firma dello chef e imprenditore Antonio Fresa, già noto per esperienze di successo all’estero, e rappresenta una ventata d’aria salmastra nella scena gastronomica milanese.

Antonio  ci accoglie con un calore autentico, quello di chi – pur vivendo da anni nella gelida San Pietroburgo – non ha mai perso le proprie radici meridionali. Originario di Foggia, a soli 23 anni ha scelto di lasciare l’Italia, preoccupato da una crisi lavorativa che iniziava a farsi sentire (e che, in parte, persiste ancora oggi). Dopo aver inviato decine di curriculum, è arrivata un’offerta inaspettata e promettente dalla Russia. E lui non l’ha rifiutata.

Lì ha trovato non solo il lavoro, ma anche l’amore e una nuova vita. Ha costruito una famiglia e, guidato da determinazione e visione, ha aperto il suo primo ristorante – naturalmente di pesce. Con il supporto di alcuni investitori che hanno creduto nel suo talento, il progetto è cresciuto fino a trasformarsi in un’impresa strutturata, con piani di espansione internazionale già in corso. Un percorso che Antonio affronta restando con i piedi ben piantati a terra, senza perdere umiltà né autenticità.

Identità e visione: tra Mediterraneo e internazionalità

Non un semplice ristorante di pesce, ma un progetto ambizioso che nasce da una visione chiara e contemporanea della cucina di mare. Sea Signora è l’espressione di una filosofia che unisce innovazione, identità e rispetto per la tradizione mediterranea. 

Antonio Fresa descrive il locale come “un luogo dove l’ospitalità incontra la materia prima”, e il menù ne è la prova concreta. Ogni piatto nasce da un profondo rispetto per il mare e per le sue stagioni, valorizzando il pescato fresco e ingredienti d’eccellenza provenienti da tutta l’area mediterranea.

L’obiettivo è quello di rileggere la tradizione senza snaturarla, combinando tecnica, creatività e passione per offrire un’esperienza che va oltre il semplice pasto: un incontro tra estetica, gusto e autenticità. Ci troviamo, quindi, di fronte a un manifesto di cucina e ospitalità moderna, dove l’eccellenza delle materie prime dialoga con un ambiente curato e un servizio che celebra l’arte del ricevere.

Design e atmosfera: tra glamour e comfort 

L’interior design, firmato dall’architetto Fabio Bronda, rievoca il fascino sofisticato e il glamour degli anni ’80, reinterpretati in una chiave moderna. 

Lo spazio si articola in un gioco di contrasti armoniosi: i toni porpora e bordeaux si mescolano alla lucentezza del marmo verde e al calore dei pavimenti in legno, mentre morbidi velluti, superfici lucide e dettagli dorati aggiungono un tocco di teatralità. Al centro della sala troneggia un grande acquario cilindrico, simbolo del legame profondo con il mare e punto focale del design. La luce soffusa crea un’atmosfera intima, esaltando la cura dei dettagli e la qualità dei materiali. 

La cucina a vista è il cuore pulsante del locale, una sorta di palcoscenico gastronomico dove lo chef e la sua brigata lavorano con precisione e creatività sotto gli occhi degli ospiti. Ogni piatto prende vita davanti ai commensali, in un dialogo continuo tra tecnica, estetica e passione. Il risultato è un ambiente elegante e accogliente, dove il lusso non è ostentato ma percepito, e ogni cena si trasforma in un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, ideale tanto per un incontro romantico quanto per una serata di gusto e convivialità.

Il menù: quando la tecnica incontra la creatività 

Alla guida dei fornelli c’è lo chef Roberto Godi, interprete sensibile e audace di una gastronomia che celebra il mare in tutte le sue sfumature. La sua è una cucina di equilibrio e personalità, dove ogni piatto nasce da un dialogo tra materia prima, tecnica e intuizione creativa. Ne emerge una proposta raffinata e contemporanea, capace di sorprendere senza mai perdere di vista l’essenza mediterranea.

Il percorso di degustazione si apre con l’Ostrica con caviale nero e rosso, una prelibatezza che racchiude in sé eleganza, sapidità e cremosità perfettamente bilanciate. Si prosegue poi con le Lorighittas con sardella, pomodori del piennolo e sperma di tonno, un piatto che conquista per intensità aromatica e profondità di gusto.

Tra le proposte spiccano poi l’Involtino di Cecina de León con tartare di manzo e caviale nero, la Mezzamanica Alfredo con caviale e la Sogliola alla Roberto, guarnita con vongole, moscardino e cannolicchi. Non manca un omaggio alla città che ospita il locale, la Milanese di mare, reinterpretazione sorprendente di un classico meneghino, dove la croccantezza e la freschezza del pescato dialogano con un tocco agrumato che ne esalta la leggerezza.

A completare l’esperienza, una carta dei vini ampia e curata accompagna ogni piatto con abbinamenti pensati per valorizzare la mineralità e la complessità del mare. Tra etichette italiane e internazionali, bollicine di pregio e bianchi eleganti, la selezione segue la stessa concezione della cucina: autenticità, equilibrio e ricercatezza, per un viaggio gastronomico che si distingue per gusto e armonia.

Con una fascia di prezzo medio-alta – circa 120 euro per un percorso completo – Sea Signora si rivolge a un pubblico esigente, amante della buona tavola e delle esperienze di qualità. 

Una nuova firma del gusto a Milano

In una città dove l’offerta gastronomica cresce di anno in anno, Sea Signora si distingue per la sua identità forte e coerente. Il progetto di Antonio Fresa dimostra che è possibile portare il mare a Milano senza scendere a compromessi, con un approccio che unisce estetica, qualità e innovazione.

Un equilibrio raffinato tra tradizione e modernità che rende questo indirizzo una nuova meta d’eccellenza per gli amanti della cucina di mare d’autore; un luogo dove ogni dettaglio racconta passione, identità e la voglia di riscrivere le regole del gusto.

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