Un Bodyguard senza macchia, uno spietato Killer, due soci borderline

Come ti ammazzo il Bodyguard (The Hitman’s Bodyguard), diretto da Patrick Hughes. Il film si potrebbe riassumere nella definizione di ritorno all’action movie delle origini. Tanta azione, sparatorie a non finire, risate in stile Arma Letale (Lethal Weapon); la morte non è altro che un passo di danza in una coreografia da cowboy contorsionista. Le automobili spinte fino al limite dell’accelerazione investono lo spettatore, ma non coinvolgono quanto il corpo a corpo, all’ultima rivoltellata, dei due protagonisti.

Michael Bryce (Ryan Reynolds) è la guardia del corpo più ambita del pianeta, dato il suo talento, si potrebbe soprannominare scudo d’acciaio; è il supereroe della difesa personale. Il problema sostanziale si pone quando le arti del “buono” vengono messe al servizio del presunto male. Michael è ingaggiato per la protezione di un salace serial killer, Darius Kincaid, interpretato dall’impareggiabile Samuel Jackson. Kincaid è l’unico testimone oculare, rimasto vivo, in possesso delle carte in regola per poter incastrare un temibile badass russo (Gary Oldman).

I confini del bene e del male sfumano, il fine superiore non concede ai personaggi di soffermarsi sull’etica, il passato di Kincaid viene riscattato dal suo coinvolgimento nella giusta causa presente ovvero, annientare il sovietico. La pellicola è di certo godibile; tra colpi di pistola, fughe rocambolesche e temerari tête à tête, il pubblico rimane col fiato sospeso.

In ultima analisi è bene notare la colonna sonora del trailer, si tratta di I Will Always Love You di un altro Bodyguard. Il film racchiude, dunque, un intento parodistico. Nel caso della guardia del corpo di Kevin Kostner l’amore trionfa sull’action mentre qui la comicità va a nozze con l’azione. Al cinema dal 5 Ottobre.

di Chiara Negri

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