“ Tutti De sica ”: tante vite, un sol uomo

 

Cantante, attore di rivista, di prosa e di cinema, regista e padre. Tutto questa era Vittorio De Sica, il nostro primo divo moderno, comparabile alle stelle del firmamento cinematografico internazionale. Tutto questo è illustrato all’Ara Pacis di Roma fino al 28 aprile in una mostra che approfondisce e presenta le mille sfaccettature dell’uomo Vittorio De Sica. Un’esposizione fortemente voluta dai tre figli, Emi, Christian e Manuel.

Un percorso multimediale che apre il baule di un archivio prezioso e fino ad oggi mai svelato, come quello personale di Giuditta Rissone e Emi De Sica, un fiume di ricordi dal quale, come una continua sorpresa, esce senza sosta quella moltitudine di personaggi con il volto di Vittorio De Sica, in un gioco a cavallo tra realtà e finzione.

A raccontarlo, anzi a raccontarsi, è lo stesso De Sica, in una sorta di monumentale autobiografia espositiva dagli esordi da bambino nelle recite parrocchiali fino agli ultimi lavori e ospitate tv. Costruita attraverso circa 400 scatti tra foto di scena e album di famiglia che lo ritraggono al fianco dei tre figli Manuel, Christian ed Emi e delle due mogli Giuditta Rissone e Maria Mercader.

Il suo classico cappotto pied-de-poule appeso a una stampella, la registrazione di “Parlami d’Amore Mariù” che si alza da un vecchio giradischi, la più famosa bicicletta del cinema, un centinaio di documenti e lettere, articoli, manifesti, grafiche, costumi originali, appunti, oggetti e premi…fino ad arrivare all’Oscar per Ladri di Biciclette, senza trascurare una colonna sonora di cento brani incisi da De Sica stesso.

Una sezione è dedicata al sodalizio artistico tra i più felici della storia del cinema: quello con Cesare Zavattini, conosciuto nel 1939, dalla cui penna sono nati Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano. La numerosa raccolta di lettere intercorse negli anni mostra il rapporta di stima, di amicizia e di scambio emotivo, intellettuale e creativo dei due. “Eravamo diversi per geografia, carattere, formazione culturale, atteggiamento verso la vita e la società, eppure ci siamo intesi”, scrisse lo sceneggiatore il giorno della morte del “suo” regista.

Tutti elementi che svelano come De Sica non sia stato un attore e regista monodimensionale ma, come egli stesso amava dire, «Io sono nato e rinato alla vita artistica almeno cinque volte».

 

(di Priscilla Nappi)

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