Stop alla passività… Play alla vita!

Quando si fanno sempre le stesse cose i giorni scorrono identici, il tempo passa e non ci sembra di far niente di speciale, non ci sembra di crescere, di invecchiare, non ci sembra neppure di camminare verso il futuro, pare più che sia la giornata a viverci, a succhiarci le forze e il tempo. Chiamasi: attitudine passiva alla VitaStop. Bisogna mettere uno stop a questo genere di attività tutt’altro che costruttive ed utili, anzi…principalmente adatte a chi vuole ammalarsi di depressione.

Ma come possiamo rendere un giorno diverso dall’altro, senza sconvolgere le nostre attività quotidiane, come lo studio o il lavoro? Molto semplice, attraverso una buona dose di input positivi, come una lettura o un film.
Escludendo la probabilità che delle persone impegnate, come presumibilmente siete voi, riescano a iniziare e concludere in un sol giorno un libro, insisterei per coinvolgere in questo momento solamente gli imput cinematografici.

Tutti siamo in grado di goderci un film al giorno, solo che molto spesso occupiamo quel tempo guardando programmi demenziali o commediole senza pretese ne lasciti istruttivi o stimolanti per le nostre quotidiane riflessioni.
Ecco perché desidero per questa settimana, consigliarvi io alcuni titoli, cinque ottimi film da gustare soli o in compagnia, cinque pellicole in grado di solleticare le corde della vostra immaginazione e strimpellare nella vostra mente qualche motivetto interessante, su cui potrete certamente riflettere.

Come primo titolo, quindi per il Lunedì, ho selezionato Il Sorpasso, capolavoro indiscusso di Dino Risi, anno 1962, fu un successo internazionale di critica e di pubblico, che come il buon vino, invecchiando fu apprezzato sempre più. Può essere definito un finto documentario sull’Italia del Boom economico, tutta un twist, una festa, una burla, una giovinezza spensierata presto soppressa amaramente. È considerato il primo road movie italiano. Critica brillante, comicissima ma anche molto aspra di una Italia fatta di valori effimeri e ammucchiate.

Come secondo titolo insisto con il consigliarvi American Beauty, per la regia di Sam Mendes, alla sua prima esperienza dietro una macchina da presa cinematografica. Scritto da Alan Ball, che lo ha farcito con molti suoi ricordi ed esperienze personali, American Beauty è un film del 1999, interpretato da ottimi attori, tra cui il meraviglioso Kevin Spacey, oggi conosciuto per House of Cards.
Gustando questo pellicola, che può benissimo essere comparata ad un’analisi antropologica, si può scavare nel profondo dell’animo sociale, specialmente quello americano, fatto di certi valori e disvalori. Il concetto di bellezza e il tema della morte fanno da cardine a tutto il percorso di crescita condotto dal protagonista. Non soffermatevi alle apparenze, portate attenzione alle psicologie dei personaggi, e riflettete.

Meno suggestivo ma ugualmente molto piacevole, sopratutto per dare avvio ad una stimolante analisi personale a fine giornata è Ma che colpa abbiamo noi, di Carlo Verdone. Un’opera del 2003 che tratta come tema principale la psicosi, intesa come patologia della psiche umana la quale tende a corrodersi cedendo a fobie o a compulsioni di vario tipo. Carina, di semplice e piacevolissima fruizione, consigliata a chi non ha lo stato d’animo per un film pesante, ma ha comunque intenzione di mantenere acceso il cervello. Pellicola gustosa a tutti gli effetti.

In conclusione, per il Giovedì ed il Venerdì, consiglio Matrimonio all’inglese, del 2008, con una splendida Jessica Biel ed un affascinante Colin Firth, ed È stato il figlio, pellicola italiana diretta da Ciprí, per la prima volta da solo dietro la macchina da presa. Il primo è un filmetto leggero all’impatto, ma sempre più interessante man mano che lo si analizza, il secondo è un film estremamente esplicito nella morale. Ottimo come sempre Toni Servillo. Molto molto agghiacciante il finale, sopratutto perché tratto da una storia vera.
Ecco tutto, cinque ottimi titoli, per concludere in bellezza cinque, speriamo altrettanto piacevoli, giornate.

Riflettete gente, riflettete. Le idee vengono pensando. Le grandi idee fanno grandi persone. Le grandi persone vivono memorabili giornate. Memorabili giornate rendono dignitosa una vita.

di Giulia Betti

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