“Profeti”: il secondo film di Alessio Cremonini, regista di “Sulla mia pelle”

Profeti, in uscita al cinema il 26 gennaio 2023, è il secondo film interamente scritto dal regista romano, e le aspettative sono davvero stellari

di Alessandra Baio

Alessio Cremonini è un nome che a molti potrebbe non dire nulla, ma altri invece, più appassionati al grande schermo, riconoscerebbero immediatamente in lui uno dei registi italiani più promettenti. Cremonini infatti, che mosse i suoi primi passi in TV e come assistente di Ettore Scola, è stato lo sceneggiatore e il regista di uno dei film italiani più conosciuti degli ultimi anni, Sulla mia pelle, lungometraggio vincitore di due David di Donatello, che ha portato alla ribalta Alessandro Borghi, che ne vinse un terzo proprio per quella performance.

Profeti, in uscita al cinema il 26 gennaio 2023, è il secondo film interamente scritto dal regista romano, e le aspettative sono davvero stellari.  La sua nuova opera cinematografica, distribuita da Lucky Red, narra la storia di Sara, giornalista italiana (interpretata da Jasmine Trinca) in Siria, che viene rapita da alcuni militanti dell’Isis e tenuta in prigionia. Durante questo periodo, la giornalista viene sorvegliata attentamente da un’altra donna occidentale, Nur (Isabella Nefar, attrice italo-iraniana), foreign fighter e sposa di uno dei miliziani, che vorrebbe convertirla al radicalismo islamico.

Il film, sullo sfondo di una situazione politica tragica come quella della Siria (e del Medio Oriente in generale, ormai da anni inestinguibile hot-spot), affronta la dinamica intimistica che intercorre tra queste due donne, tanto diverse nelle loro credenze ma tanto simili in quanto entrambe donne, e quindi esseri inferiori, sottomesse, dipendenti dal maschio. Come Nur specifica a Sara infatti, le donne non possono parlare, né cantare, né ballare, né esprimere la propria opinione (anzi, sarebbe meglio se un’opinione non ce l’avessero del tutto). 

Il regista si è interrogato, sollecitato anche dai numerosi casi di cronaca, su come e perché alcuni di questi prigionieri si convertano, anche in maniera durevole, all’Islam estremista. Il cinema di Cremonini si riconferma ancora una volta fortemente politico, provocatorio, latore di riflessioni e dibattiti accesi, un cinema che ci sbatta in faccia delle situazioni scomode su cui vorremmo, ma non possiamo assolutamente, chiudere un occhio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.