Padrenostro: il dramma di Claudio Noce al Festival del Cinema

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Padrenostro: il dramma di Claudio Noce in concorso alla 77esima edizione del Festival del Cinema

Gli anni di Piombo raccontati con gli occhi di un bambino di dieci anni, il cui padre viene ferito in un attentato terroristico; gli occhi di quel bambino sono quelli del regista Claudio Noce, che ha deciso di ripercorrere la sua fanciullezza attraverso questa pellicola.

La trama

Valerio è un bambino introverso che vive i mesi a ridosso del suo undicesimo compleanno con tanti sentimenti contrastanti; se da un lato riesce finalmente a instaurare un rapporto di amicizia con Christian, dall’altra vede la sua infanzia interrompersi bruscamente a causa di un attentato di mafia. Alfonso il padre, interpretato da un convincente Pierfrancesco Favino, sembra un gigante altero eppure buono, vice questore a Roma che si occupa di terrorismo, e per questo sotto minaccia da parte degli estremisti di sinistra dei nuclei armati proletari. Un mattino il terrazzo smette di essere lo spazio adibito ai giochi di Valerio e diventerà il luogo di osservazione da cui capire che qualcosa cambierà per sempre: all’uscita di casa Alfonso è vittima di un attacco terroristico sotto gli occhi inermi del figlioletto.

La regia di Claudio Noce

Padrenostro porta con sé l’intento di nobilitare la settima arte per superare un trauma infantile e renderlo più vicino possibile al personale vissuto di ognuno di noi. Lo fa mettendo la camera fisica e quella emotiva all’altezza del bambino, utilizzando un linguaggio che è quello dell’infanzia, puro istinto ed emozione: la favola.

L’analisi della pellicola

Sono film difficili quelli come Padrenostro, poiché analizzandolo non si può non contare alla componente soggettiva, il senso di smarrimento, la paura e l’impotenza di un bambino in cui ognuno di noi si rivede. Nonostante il tema della mafia, più volte trattato nelle pellicole nostrane, il film, che uscirà nelle sale il prossimo 24 settembre, con questi lunghi primi piani risulta comunque originale ed inedito. Nonostante la pellicola abbia ricevuto pareri contrastanti, l’interpretazione di Favino ha convinto la critica ed il pubblico, che durante la prima in Sala Grande l’ha applaudito per sette minuti.

 

di Emanuela Bruschi

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