L’arte di Van Gogh torna al cinema, ma con gli occhi di una donna

A chiusura e completamento della mostra alla Basilica Palladiana di Vicenza, il 9-10-11 aprile sarà al cinema in anteprima mondiale Van Gogh. Tra il grano e il cielo. Il lungometraggio, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, con regia di Giovanni Piscaglia, mira a riproporre in maniera diversa un pittore già molto raccontato, a maggior ragione in questi ultimi tempi dopo l’uscita del recente Loving Vincent.

Questa volta infatti, il tentativo è quello di entrare ancora più a fondo nel mondo di Van Gogh: si parte dai luoghi della sua vita, passando per l’intimità delle lettere al fratello Theo, per perdersi infine nelle dense pennellate dei quadri che tutti conosciamo. L’artista ci appare in una versione più spirituale, delicata, meno tormentata e, in qualche modo, più femminile.

Difatti, lo sguardo che filtra le sue opere è quello di Helene Kröller-Müller: ricca olandese figlia di industriali tedeschi, nonché la più grande collezionista del pittore, che si innamorò follemente della sua arte, non appena la scoprì. È a lei che si deve il Kröller-Müller Museum, importante museo di Otterlo in cui confluì la sua vasta collezione (quasi 300 lavori di Van Gogh), e da cui arrivano la maggior parte dei dipinti e dei disegni esposti nella mostra vicentina. Gli stessi che scandiscono il racconto cinematografico, a cui – non a caso – ha contribuito anche la consulenza scientifica di  Marco Goldin, curatore dell’esposizione nella Basilica Palladiana.

A metà tra il documentario e il biografico, il film ripercorre quasi in parallelo le vite di questi due ribelli incompresi, lontani nel tempo (perché in effetti non si conobbero mai) ma così simili e vicini nell’indole sensibile e nell’animo inappagato. A guidarci sono i luoghi della loro infanzia e dei loro viaggi, i rispettivi epistolari e il comune amore per l’arte; accompagnati dalle azzeccatissime musiche di Remo Anzovino, rigorosamente composte per l’occasione.

Convincente narratrice è l’attrice Valeria Bruni Tedeschi la quale, ripresa negli interni della chiesa di Auvers-sur-Oise (quella che Van Gogh dipinse qualche giorno prima di suicidarsi), dà un taglio più cinematografico ad un prodotto che mira ad essere più che un semplice approfondimento artistico. Inizialmente proiettato in ben 330 sale italiane, per poi in seguito sbarcare in altri 50 paesi, Van Gogh. Tra il grano e il cielo diventa occasione per ricollegarsi psicologicamente e sentimentalmente al pittore olandese con gli occhi di Helene, per osservare in maniera più lucida la sua ricerca artistica e per allontanarsi – finalmente – dal suo mito ormai stereotipato.

di Gaia Lamperti

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