La “Lady” di Luc Besson

Dopo quattro anni di silenzio, il grande regista francese Luc Besson torna nei cinema con “The Lady”, il ritratto di una donna che ha segnato con la sua tenacia la vita politica di un paese, la Birmania: la leader politica Aung San Suu Kyi. Aung San Suu Kyi ha infatti rinunciato alla sua vita di madre e moglie per perseguire i propri valori e le proprie convinzioni, ha lottato per la liberazione del suo Paese e che lotta ancora oggi con l’appoggio di tutto il mondo. Da sempre il suo impegno politico ha attratto molti esponenti del mondo artistico in genere, dai Rem agli U2, Steve McCurry, uno dei più famosi foto- reporter del mondo, che la ritrasse nel 1996 mentre era prigioniera (il ritratto insieme ad altri è esposto fino al 29 aprie al Macro di Roma in una rassegna sul fotografo). È Luc Besson, però, che cattura tutte le problematiche legate al personaggio senza scadere nel drammatico o nel  celebrativo, ritrae l’emisfero di una donna che ha dovuto scegliere fra la famiglia e la patria, accettando le conseguenze come la progionia, la solitudine, la rabbia delle figlie nei suoi confronti. Interpretazione magistrale di Michelle Yeoh (La Tigre e il Dragone e Memorie di una Geisha) che interpreta Suu Kyi con misuratezza e di David Thewlis (Harry Potter e Veronica decide di morire) che interpreta il marito inglese del Premio Nobel, Michael Aris, ritraendo l’uomo che ha convissuto con l’immagine della donna che amava e sosteneva. Capolavoro di Besson va ad aggiungersi ai precedenti Nikita, Léon e Wasabi, differenti di generi, modalità di ripresa e storie raccontate però sempre da un occhio attento e capace.

Giulia Rozza

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