“Io sto con la sposa”..il cinema indipendente

Sapete immaginarvi la vita di un clandestino? Siete in grado di percepire le sue paure, i suoi rischi… le sue debolezze d’animo? Conoscete le loro storie, i loro volti?

No, e molti di voi non si saranno neppure mai posti il problema, perché è una sofferenza che non ci riguarda, è un ferita che sgorga sangue, ma quel sangue non è il nostro.
La televisione, i giornali, la cronaca non fanno che martellarci il cervello con le immagini di giganteschi barconi, stracolmi di corpi vivi a malapena o morti da poco… fotografie di bare, di sommozzatori sbrigliati alla ricerca di cadaveri, poco “Amabili resti” di quelle vite che speravano in un viaggio di salvezza senza sapere che stavano invece comprando un biglietto di sola andata per il declino, la morte, l’addio.
Fortunatamente, come sempre è stato e sempre sarà, parallelamente ai vecchi e ai nuovi media c’è l’Arte, che come in questo caso si fa sfruttatrice di quegli stessi mezzi per raccontare un Viaggio proibito, un percorso illegale, un sogno impossibile, una scalata difficile e colma di ostacoli, quella dalla Siria alla Svezia.

Di che medium stiamo parlando? Il Cinema naturalmente, ma quello Indipendente, finanziato da 2600 piccoli privati, venuti a conoscenza attraverso Indiegogo di questo meraviglioso progetto.

Quale meraviglioso progetto? Quello di un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano che dopo aver incontrato a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia e per evitare di essere arrestati come contrabbandieri decidono di mettere in scena un finto matrimonio, con tanto di sposa e corteo nuziale.

Perché un corteo nuziale? Perché nessuno oserebbe mai fermarne uno per chiedere i documenti ai due sposi o ai loro festosi invitati.

Perchè la Svezia? Perché è l’unico dei 17 paesi dell’Unione Europea a concedere dal Settembre 2013 il riconoscimento dello status di Rifugiato ai profughi del Medio-Oriente.

Come è stato finanziato il film? Attraverso il Crowdfunding, un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Un micro finanziamento, cosiddetto “dal basso” molto sfruttato da cineasti indipendenti e non solo.

Quanto è costato? Circa 100.000 tra pre-produzione, produzione e post-produzione.
Quanti soldi ha guadagnato? Ad oggi circa 300.000 euro.

Che distribuzione ha avuto? Prima di tutto, è stato presentato alla 71° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Ha raggiunto in poco tempo 52.800 presenze nei cinema delle 117 città dove è stato distribuito. Grazie al successo ottenuto, il film è stato infatti acquistato dalla casa di distribuzione Film Transit per essere elargito in tutto il mondo.

Chi sono i realizzatori di questo ammirevole progetto? Tutto nasce dalla brillante e geniale collaborazione di tre ottime menti, tali Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry.

Che messaggio lascia trasparire questo documentario etico-poetico? Sicuramente, il diritto delle persone a spostarsi senza impedimenti, sfuggendo guerre o dittature crudeli, ma è certamente anche un ottimo esempio di fratellanza e di battaglia contro il razzismo e l’omofobia che rendono la diversità un ostacolo.

“Ventimila morti in frontiera nel Mediterraneo sono abbastanza per dire basta”

 

di (Giulia Betti)

Lascia un commento

Your email address will not be published.