A Chorus Line, la versione 2.0 del musical icona di Broadway

A Chorus Line

Il Teatro Nazionale CheBanca! di Milano presenterà, dal 14 Febbraio, una nuova edizione del musical emblema della tradizione newyorkese, A Chorus Line. La regia è nelle mani di Chiara Noschese, che con i suoi 25 anni di carriera saprà soddisfare le aspettative. L’adattamento delle coreografie, diventate negli anni pietre miliari di Broadway, è stato affidato a Fabrizio Angelini, che saprà rendere giustizia alle originali. Andrea Calandrini, a cui viene data la direzione musicale, sceglie l’orchestra dal vivo, per rendere tutto ancora più intenso.

A Chorus Line, il musical

A Chorus Line è il racconto di un viaggio. Un viaggio che si compone di fatiche, sogni, speranze, delusioni, tutto a passo di danza. Un gruppo di ballerini sale su un palco, nel giorno delle audizioni, e in quel momento comincia il loro viaggio verso il successo. Un’opera di teatro nel teatro, dove i protagonisti, giudicati dal regista Zach, si mettono in gioco in un vortice di storie che sanno di vita reale.

Vincitore di 9 Tony Awards e di un Premio Pulitzer per la drammaturgia. Messo in scena per la prima volta il 25 luglio 1975 allo Shubert Theatre di Broadway, diretto dal regista e coreografo Michael Bennett. Il successo fu così grande che rimase in cartellone per 15 anni, finché la Columbia Pictures decise di distribuirne la versione cinematografica.

A Chorus Line 2.0

Chiara Noschese e la sua squadra sono pronti ad affrontare questa impresa, l’impresa di creare un adattamento del musical più famoso e longevo di Broadway. La volontà è quella di creare un A Chorus Line 2.0, renderlo quindi ancora più attuale, sempre nel rispetto della regia originale. La scelta di riadattare le coreografie si preannuncia vincente, grazie all’esperienza di Fabrizio Angelini, che ormai sente questo musical come suo.

La partitura del compositore Marvin Hamlisch, che rimane originale, viene impreziosita dalla presenza dell’orchestra dal vivo e dalla maestria di Andrea Calandrini. Le scene inedite di Lele Moreschi e il gioco di luci e di specchi studiato da Francesco Vignati, ci faranno riassaporare quell’atmosfera anni ’70 unendola alle moderne tecnologie.

È stato definito “Il Re dei Musical”. Geniale la trama, il modo di rappresentarla, e la maestria con cui si intrecciano persone ed emozioni diverse, tutte messe a nudo su un palcoscenico. In questa versione 2.0 la loro audizione diventerà la nostra, ci includeranno nelle loro coreografie facendoci sentire la fatica e la voglia di successo. Quando nella scena finale i ballerini con i cappelli dorati si muoveranno sulle note di “One”, al chiudersi del sipario, il sogno si avvererà.

 

di Eleonora Valente

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