Be My Voice: essere la voce di chi non ha voce in un documentario da non perdere

La regista iraniana Nahid Persson decide di raccontare attraverso il documentario “Be My Voice” la storia vera di Masih, voce delle donne iraniane nelle battaglie di civiltà

di Mariangela Frascati

Be My Voice

Be My Voice è un documentario diretto dalla regista iraniana, naturalizzata svedese Nahid Persson, che racconta la storia vera di Masih Alinejad, giornalista e attivista, che per milioni di donne rappresenta l’esempio coraggioso di lotta e ribellione contro l’hijab forzato.

Nahid Persson ha deciso di raccontare e dare voce a tutte le storie di donne di cui sappiamo così poco perché forse ci sembrano troppo lontane. Be My Voice è la storia di tutte le migliaia di donne che hanno deciso di alzare la voce contro le minacce del regime iraniano, un regime che conduce una guerra silenziosa fatta di oppressione, di violenza sociale, di divieti e libertà soffocate. Non è facile parlare di quello che succede in Iran e per questo Nahid ha deciso di portare in occidente la testimonianza concreta di Masih, alla guida di uno dei più grandi atti di disobbedienza civile in Iran. Masih Alinejad oggi si trova negli Stati Uniti ed è costretta a vivere sotto protezione. È lontana dalla sua terra d’origine ma questo non la ferma nella lotta contro la limitazione dei diritti civili nel suo paese, per il rispetto delle donne. Attraverso l’uso dei social racconta la propria battaglia ed è seguita da più di 6 milioni di persone. Così Masih chiede alle donne del suo paese di non arrendersi, di non abbassare la testa. C’è chi viene sfregiata e torturata per non attenersi alle regole create dagli uomini in nome della religione, c’è chi viene arrestata per aver cantato in strada, c’è chi viene uccisa perché si rifiuta di coprirsi con il velo. Masih condivide testimonianze, denuncia, fa sentire la sua voce; questa «non è la nostra cultura», dice.

Nahid Persson e Masih Alinejad

E noi, gente di tutto il mondo, cosa facciamo? Stiamo in silenzio, sordi alle ragioni di chi lotta. Forse, però, per una volta non esprimere un’opinione forzata su temi del genere può servirci per ascoltare, prendere coscienza di ciò che accade ed essere consapevoli di realtà troppo spesso generalizzate.

«Se tutti piantassimo un seme, il mondo sarebbe pieno di fiori»

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