Addio, grande Lucio

Era in tour in Svizzera e il 4 marzo avrebbe dovuto festeggiare il suo compleanno sul palco di Ginevra.
E invece Lucio Dalla, 68 anni, cantautore dalla voce unica, musicista e regista, è morto stroncato da un infarto dopo una vita intera dedicata all’arte che amava. Lucio Dalla ha segnato la storia della musica del nostro Paese: l’uso della voce in modo volutamente cacofonico e il suo continuo sperimentare generi e ritmi diversi ne hanno fatto un protagonista assoluto. Sarebbe impossibile ripercorrere per intero il suo percorso musicale che inizia intorno ai 7 anni con il clarinetto e la tastiera e che sfiora i 50 anni di carriera. Il suo stile risulta un mix delle influenze musicali giovanili jazz, beat e rhythm’n’blues . Vanta collaborazioni con artisti del suo stesso calibro come Francesco Guccini, Gianni Morandi, Francesco De Gregori. A Sanremo ha dato ancora una volta prova della sua preparazione musicale, vestendo anche il ruolo di direttore d’orchestra del teatro dell’Ariston, con il pezzo “Nanì” con Pierdavide Carone, un giovane cantautore conosciuto al pubblico grazie al talent show “Amici” di Maria de Filippi. Non viene ricordato soltanto per la sua fantastica musica ma anche per il suo modo di presentarsi al pubblico: incurante delle logiche della moda, il suo modo di vestire è espressione diretta del suo essere trasgressivo. Canzoni come “Caruso”, “L’anno che verrà”, “Disperato erotico stomp”, “Ciao” affollano le bacheche di Facebook. Lucio Dalla, un poeta della musica italiana se n’è dunque andato, e viene da canticchiare un suo pezzo “qualcuno muore qualcun’altro sta nascendo è il gioco della vita la dobbiamo preparare che non ci sfugga dalle dita come la sabbia in riva al mare”.

Elena Prantera

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