“Zero zero zero”, il ritorno di Saviano

 

“Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città europee, un fiume costantemente alimentato da affluenti che si diramano ovunque nel mondo. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si arrampicano per le vie tortuose dei barrios di Lisbona e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?”.

Sette anni dopo “Gomorra”, Roberto Saviano ritorna con la sua nuova fatica letteraria, “Zero Zero Zero”: un viaggio dedicato alla merce più usata, trafficata, desiderata del nostro tempo, la cocaina. La cocaina come ferita attraverso la quale guardare il mondo, la critica della ragion pratica mafiosa, una specie di manuale della filosofia dell’infelicità del potere. Un’indagine sul mercato della polvere bianca, l’unico bene che non è soggetto alle leggi del mercato.

“Non esiste mercato al mondo che renda più di quello della cocaina. Non esiste investimento finanziario al mondo che frutti come investire in cocaina. Dietro il suo candore nasconde il lavoro di milioni di persone”, scrive l’autore partenopeo. “La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l’ha presa per svegliarsi stamattina o l’autista al volante dell’autobus che ti porta a casa… Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non è tuo padre o tua madre, se non è tuo fratello, allora è tuo figlio. Se non è tuo figlio, è il tuo capoufficio… Se non è lui, è l’infermiera che sta cambiando il catetere di tuo nonno e la coca le fa sembrare tutto più leggero, persino le notti. Se non è lei, è l’imbianchino che sta ritinteggiando la stanza della tua ragazza, che ha iniziato per curiosità e poi si è trovato a fare debiti. Chi la usa è lì con te. La usa il portiere del tuo palazzo, ma se non la usa lui allora la sta usando la professoressa che dà ripetizioni ai tuoi figli… Il sindaco da cui sei andato a cena. Il costruttore della casa in cui vivi, lo scrittore che leggi prima di dormire… Ma se, pensandoci bene, ritieni che nessuna di queste persone possa tirare cocaina, o sei incapace di vedere o stai mentendo. Oppure, semplicemente, la persona che ne fa uso…”.

L’analisi di Saviano è spietata: non esiste mercato al mondo che renda più di quello della cocaina. Non esiste investimento finanziario al mondo che frutti come investire in cocaina:

“Se avessi investito 1000 euro, l’anno in cui la casa Apple lanciò il suo ipod avrei ricavato 1600 euro, ma se li avessi investiti in coca me ne sarebbero tornati 186 mila” afferma, e “dinnanzi a questo dato impressionante, inizi a capire il perché della ferocia insita in questo mercato”. Una ferocia incontrastata, che è stata ‘madre’ e unico esempio di molti ragazzini che crescendo hanno imparato tutte le regole più sofisticate del business. Diventando essi stessi parte di quella ferocia che penetra nelle ossa, diventa parte dell’uomo: “Un boss insegna che devi fidarti delle persone vicino a te”, afferma con grande amarezza Saviano, “sapendo che saranno loro a tradirti”.

Ma guai a perdere la speranza: ed ecco allora che lo scrittore fa sue le parole di una poetessa bulgara “Nessuna paura che mi calpestino, l’erba calpestata diventa un sentiero” e si rivolge direttamente al lettore, vera porta spalancata su un futuro migliore. Ma anche vero  ‘fastidio’ per quel mondo malato: a far paura non è infatti chi racconta, ma chi legge. E soprattutto, sottolinea Saviano, chi decide di approfondire e di non rimanere fermo alla micro informazione.

 

Zero Zero Zero
di Roberto Saviano
ed. Feltrinelli
Pagg. 450

 

(di Gloria Caruso)

Lascia un commento

Your email address will not be published.