Monda torna con il quinto volume della serie newyorkese

Sarebbe riduttivo definirla una semplice storia d’amore, di quelle che ostentano la classica passione tra una giovane dipendente e il suo – sposato – datore di lavoro. L’evidenza delle cose non viste, ultimo lavoro di Antonio Monda, va oltre una narrazione di convenienza, mettendo in campo la fragilità (e insieme la potenza) delle passioni umane e i grandi interrogativi esistenziali, su uno sfondo in cui New York è protagonista indiscussa.

Una città che Monda ci farà amare, nata per accogliere e spronare il mondo intero; all’interno del cuore pulsante del mondo, dove tutto nasce o, prima o poi, passa. A volte empatica, a volte beffarda, riflette e partecipa ai sentimenti vissuti nella loro crudezza dalla voce narrante: l’amore come forza vivificante e felicità dirompente, ma anche come distruzione e soffocante malinconia.

Le emozioni si riflettono con violenta nostalgia negli odori, nei colori, nella vitalità e sensualità di una New York degli anni Ottanta, e nei suoi luoghi più prestigiosi troviamo tracce di vita di Frank Sinatra, Jackie Onassis, Alfred Hitchcock, Mike Tyson. Lì dove dominano l’ambizione, la potenza, la gloria, la promessa, ma anche la miseria e lo squallore, l’amore vive nel silenzio e nel segreto, e va oltre  il tempo e le parole.

L’evidenza delle cose non viste parla di ciò che nella contemporaneità non vediamo: il dolore degli altri, la natura ingannevole dei sentimenti e della nostra identità, la precarietà del successo costruito. Antonio Monda è uno degli autori contemporanei che permane a lungo nella memoria del lettore, con un nuovo romanzo da non lasciarsi certamente sfuggire.

di Sabina Cenac

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