“Gesti fugaci e ossessioni”. Il racconto di Manolo Blahnik

“Tutte le pagine che state per scorrere – e forse per leggere – sono il risultato di una vita trascorsa perseguendo la bellezza. In esse troverete un insieme molto eclettico di persone, oggetti e luoghi che negli anni hanno evocato nelle mie emozioni qualcosa di indescrivibile. Forse qualcuno di voi vedrà queste immagini per la prima volta. Se così fosse, è per me un grande onore presentarvele. Qualcun altro magari conosce già le immagini più note. In tal caso spero che accostare alle mie opere questi grandi classici ve li farà vedere sotto una nuova luce”.  Così Manolo Blahnik introduce i lettori nel suo mondo, ricostruito attraverso le inedite immagini scattate dall’amico e fotografo Michael Roberts e una struttura narrativa fatta di divertenti conversazioni con Mary Beard, docente di lettere all’università di Cambridge, l’architetto spagnolo Rafael Moneo, e i celebri registi Pedro Almodóvar e Sofia Coppola.

Classe 1942, una laurea in letteratura e una carriera iniziata a Londra negli anni ’70 con l’apertura del suo primo negozio di scarpe, Manolo Blahnik non è semplicemente uno stilista, ma un grande artista, sebbene non ami definirsi tale. Le sue creazioni, opere d’arte davvero uniche dai tacchi vertiginosi e ricche di inconfondibili dettagli, vengono vendute in tutto il mondo e sono state indossate da donne del calibro di Paloma Picasso, la Principessa Diana, Madonna e naturalmente…la famosissima protagonista del telefilm Sex and City Carrie Bradshaw, che le ha rese un vero e proprio must per le donne alla moda di tutto il mondo.

Edito da Rizzoli, Gesti fugaci e ossessioni si presenta come un compendio della vita e della visione artistica di Manolo Blahnik, che spazia tra letteratura, cinema, arte, moda e architettura, discipline mixate sapientemente nelle sue straordinarie creazioni. Nel libro lo stilista parla per la prima volta di chi ha maggiormente influenzato il suo lavoro: l’amica scrittrice e giornalista Anna Piaggi e Diana Vreeland, caporedattrice di Vogue America negli anni ’70, che, dopo avere visto alcuni dei suoi abbozzi, gli fece capire che il suo unico destino fosse quello di creare leggendarie calzature. Altrettanto interessanti anche i capitoli dedicati alle sue passioni, tra le quali il cinema di Luchino Visconti e l’arte antica, e quelli dedicati alle sue muse, da Brigitte Bardot a Naomi Campbell. Tanti anche gli aneddoti e le curiosità raccontati in queste pagine, come quando ha dovuto rifare un paio di scarpe per le nozze di Kate Moss, da abbinare ad un abito da sposa di Galliano: “Le scarpe furono spedite immediatamente a Milano, modificate e pronte puntualmente ai piedi della sposa. Adoro la follia della moda”.

”È meraviglioso che mi trattino come un artista”, ha rivelato ironicamente Manolo Blahnik al Wall Street Journal, ”Io sono solo un calzolaio e faccio solo stupide scarpe”.

Di Giulia Vesco

 

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