Ambientata nella Cina di fine Ottocento, in un’epoca di rivoluzioni culturali e sociali, la narrazione segue la vicenda di due bambine, unite e divise da un legame fatto di dipendenza, gelosia e desiderio di emancipazione.
Piccolo Fiore, figlia di contadini, viene venduta come ancella alla ricca famiglia Fong, diventando la muizai della coetanea Linjing. Ma è proprio la serva ad attirare l’attenzione e le speranze degli adulti: i suoi piedi sono stati fasciati secondo la pratica dei “fiori di loto”, simbolo di grazia e promessa di un futuro elevato. Linjing, invece, mantiene i piedi integri, in vista di un matrimonio con un europeo, dove le convenzioni locali non avrebbero lo stesso valore.
Nel fragile equilibrio tra apparenze, doveri e aspettative, l’infanzia delle due bambine si incrina presto. Un gesto di gelosia segnerà per sempre le loro vite, fino a quando la caduta della famiglia Fong non offrirà a Piccolo Fiore la possibilità di scegliere per sé.
Con uno stile narrativo che intreccia la memoria familiare e la dimensione storica, Jane Yang mette al centro le contraddizioni di un sistema patriarcale e le violenze subite dalle donne, suggerendo anche un’indagine simbolica attraverso l’arte del ricamo tradizionale cinese, evocata nel testo come espressione di silenziosa resistenza.
Tradotto da Katia Bagnol, il romanzo è pubblicato in Italia a partire dal 6 maggio.