Cambiare l’acqua ai fiori: la sensibilità di Valérie Perrin

Cambiare l’acqua ai fiori è un romanzo di dolore profondo, perdite che lasciano il segno, ma anche sorrisi impacciati, amori che sbocciano all’improvviso

Cambiare l’acqua ai fiori: come trovare conforto nelle piccole cose, nella semplicità di un atto

Come può appassionare la vita di una guardiana di cimitero in un paesino sperduto della Francia? Eppure, Valérie Perrin riesce nell’impresa dimostrando che non c’è limite alla profondità di una persona, nessuno stereotipo può essere sufficientemente forte da impedire di vedere oltre la mera versione dei fatti. Con la giusta dose di sensibilità e un modo di narrare insieme delicato e brillante, l’autrice francese ci trasporta nel mondo interiore di Violette Toussaint facendoci scoprire sfaccettature che mai ci saremmo immaginati. Un nome sicuramente molto emblematico per la nostra protagonista: dalla delicatezza dei fiori deriva Violette, mentre Toussaint, non a caso, in francese indica proprio la festa dei morti.

Il libro inizia con frasi sintetiche, quasi banali, con il semplice racconto di fatti: prima era guardiana di un passaggio a livello, ora di un cimitero. È sposata con un uomo privo di personalità che lascia fare a lei il più del lavoro con orari estenuanti e una figlia a cui badare. È una vita abitudinaria, scandita dagli orari dei treni prima, dagli orari di apertura e chiusura del cimitero poi; una vita in cui il suo entusiasmo e la sua gioia di vivere vengono continuamente plasmati da un marito che ha solo tristezza e rancore dentro di sé, un inetto che non sa reagire, sembrerebbe. Violette, però, nonostante i vari tragici avvenimenti che si vede costretta ad affrontare, trova conforto nelle piccole cose, nella semplicità di un atto in particolare: cambiare l’acqua ai fiori.

Un romanzo che insegna come trasformare il dolore profondo in rinascita interiore

Cambiare l’acqua ai fiori è un romanzo di dolore profondo, perdite che lasciano il segno, ma anche sorrisi impacciati, amori che sbocciano all’improvviso come i fiori di Violette. Dopo una vita di stenti e sacrifici, la protagonista sembra trovare la sua bolla di serenità tra le mura di casa sua al cimitero di Brancion-en-Chalon, lasciando al di fuori la vulnerabilità e complessità dell’animo umano di cui si fa testimone ogni giorno accogliendo e congedando i visitatori. Empatia e gentilezza le permettono di entrare in sintonia con questi ultimi che vanno e vengono dalle tombe dei loro cari riversandoci una molteplicità di emozioni contrastanti.

Al mondo calmo e fiorato di Violette viene dato uno scossone con l’arrivo di un poliziotto da Marsiglia che dice di voler assecondare l’ultimo volere della madre: seppellirla affianco alla tomba di un signore a lui sconosciuto che giace in quel cimitero. Per strane coincidenze e fatti inspiegabili, le vite di Violette e del marsigliese si intrecciano fino a far dispiegare i nodi dal pettine e far luce su tante questioni irrisolte delle persone intorno a loro. Vengono a galla legami taciuti, sentimenti nascosti e negati, segreti mai rivelati, dettagli sorprendenti di persone che credevano di conoscere; anime oscure si scoprono invece luminose. Per Violette, è questa l’occasione per spogliarsi di tanti pesi che le logorano l’anima, per lasciare andare i fantasmi del passato, per riabbracciare la vita tornando a vivere con la gioia perduta nel corso degli anni.

di Alessia Mandelli

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