Piero Manzoni in mostra a Milano

 
Palazzo Reale ospita, fino al 2 giugno, Manzoni nel 50° anno dalla sua morte. Curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, la mostra racconta il percorso di un artista che ha scardinato il modo tradizionale di fare arte.
Nella prima sala sono visibili le sue prime opere: quadri a fondo scuro, fortemente materici, caratterizzati da impasti di olio, catrame e smalto e arricchiti da impronte di oggetti o immagini informi di ascendenza surreale.
In seguito è possibile ammirare l’evoluzione degli Achromes, superfici bianche ricoperte di gesso e imbevute di caolino, dal 1957 fino agli ultimi anni della sua vita.
Una parte della mostra è invece dedicata alle “Linee”, segni tracciati su fogli di carta arrotolati e posti in cilindri di cartone etichettati che rimangono sottratti allo sguardo dello spettatore.
Uno spazio particolare è riservato alla “Merda d’Artista” che rappresenta il collegamento tra artista e opera. L’artista stesso e ciò che viene prodotto dal suo corpo si offre al pubblico come opera d’arte. Molti esempi, visibili in mostra, sono legati a questo argomento: dalla Merda d’Artista al Fiato d’Artista, palloncini gonfiati dal respiro artistico di Manzoni, fino al progetto, mai realizzato, del Sangue d’Artista, boccette che avrebbero dovuto contenere il suo sangue.
Molte opere sono state pensate per coinvolgere il pubblico: come le uova che Manzoni offrì da mangiare, dopo avervi impresso l’impronta del suo pollice. Attraverso l’uovo, diventato reliquia dal contatto con l’artista, il pubblico entra in comunione con lui. Ma questo non basta: Manzoni crea le “Basi Magiche”.
Ogni persona, salendo sul piedistallo, potrebbe scoprirsi opera d’arte.
 
di (Elisa Giulia Chiesa)  

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