L'avanguardia di Pierre Cardin in mostra alla Galleria Carla Sozzani

Pierre Cardin: un nome che da solo riesce ad evocare un intero ecosistema di immaginari diversi. Noto per essere il primo designer ad aver creato il prêt-à-porter nel 1959, sdoganando anche la moda unisex, ed il primo ad aver osato ideare una collezione esclusiva per dei grandi magazzini, i “Printemps”.

Attivo non solo nell’ambito della moda, il grande couturier si è rivelato una tra le figure più eclettiche della sua epoca, dimostrandosi una presenza attiva nel mondo dell’arte, allestendo in prima persona mostre e collaborando con l’amico Jean Cocteau alla realizzazione di varie opere teatrali ma, soprattutto, perseguendo quello che sarà lo scopo che più di tutti caratterizzerà la sua vita e il suo lavoro: il vestire ogni singolo ambito del vivere.

L’avanguardia tipica delle sue collezioni di moda si incontra e si fonde con forme e motivi geometrici per dar vita, negli anni ‘70, a straordinari progetti di design che renderanno cristallino il suo ruolo di pioniere di forme ed idee, definendo ancora di più la sua visione: “Ragiono come uno scultore, creo una forma. È un procedimento per cui ciò che conta è la creazione di una linea che non c’era prima e che è destinata a durare”.

È questa la filosofia alla base delle sue “Sculptures utilitaires”. Si tratta di sculture dalle forme futuristiche e dai profili armoniosi in cui tecniche della lacca tradizionale e dell’ebanisteria si fondono alle geometrie tradizionali per dar vita ad arredi dall’incredibile valore artistico, che però non sono solo belli da guardare, ma si rivelano anche utili. Dei veri e propri mobili d’arredo da usare, in cui la funzione decorativa è avvalorata da quella utilitaria, come si evince dal nome stesso. Allora, perché posizionarli contro una parete e perdersi la possibilità di goderne visivamente e materialmente a pieno? “È stupido posizionare un pezzo d’arredo contro il muro. Se i miei arredi sono “recto-verso” è perché possono essere guardati da tutte le angolazioni. Dal retro al fronte”.

È così che nasce “Pierre Cardin: Les sculptures utilitaires”, mostra che ha viaggiato per il mondo, affascinando migliaia di persone in città come New York, Parigi, Monaco, e che ora approda a Milano, alla Galleria Carla Sozzani. Dal 3 aprile al 1 maggio avremo finalmente l’occasione di conoscere e toccare con mano opere che ancora oggi si dimostrano attuali grazie all’avanguardia insita nei loro progetti originali, la stessa che scorre nelle vene del loro ideatore. Una retrospettiva per celebrare quei progetti di design che più di tutti hanno definito e rafforzato l’estetica del couturier francese; un’imperdibile occasione per conoscerlo in prima persona, data la sua annunciata presenza all’inaugurazione della mostra, che nessuno di noi vorrebbe perdere.

Volevo dar forma a mobili come sculture, da poter guardare da diverse angolazioni come i corpi che vesto”. Si tratta, quindi, anche di un’occasione per poter ammirare arte e moda fondersi, ancora una volta, e dar vita ad arredi e luci che traducono volontariamente tutte quelle figure geometriche, i tagli simmetrici e le curve che caratterizzano gli abiti firmati Pierre Cardin in pezzi di arredo quotidiano unici ed inimitabili.

Sculture dall’incredibile valore artistico considerate dal loro creatore come degli abiti, gli stessi che gli hanno permesso di prender parte alla tavola rotonda dell’Haute Couture con le loro idee avanguardieristiche e la loro smisurata creatività. Perché, allora, perdere l’occasione di immergersi  nella stessa atmosfera di brio e genialità che aleggia intorno agli arredi in mostra, e la possibilità di toccare con mano un’importante parte della storia del design europeo?

di Martina Testa

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