Michelangelo Amoruso , uno che ce l’ha fatta

 

Make. Believe. Questo il motto della Sony, questo il motto di  Michelangelo Amoruso.

Marketing head dell’azienda, rientra nella categoria di quelli che fanno, ma soprattutto, di quelli che credono in quello che fanno e lo portano non solo a termine, ma anche con successo.

Professionalità e passione convivono in un personaggio che ha molte cose da raccontare e da condividere. Il suo pubblico è l’universo: la realtà che vive e in cui lavora attrae giovanissimi e adulti, neofiti ed esperti IT, gente comune e amanti del lusso. Anticipare (nel suo caso nuovi trend), è un compito che spetta a chi, come lui, fa questo di mestiere, mentre noi di Gilt ci limitiamo a presentarvelo, scoprendo i lati di questa interessante figura del mondo del marketing contemporaneo.

Ad oggi lei ricopre un ruolo per il quale potrebbe dirsi uno che ce l’ha fatta. Ci racconti la sua storia, cosa l’ha portata ad arrivare a essere il Marketing Head in Sony? La sua prima chance?
Mi sembra corretto dare una indicazione sulle esperienze accademiche e lavorative precedenti che hanno sicuramente contribuito alla mia formazione e sviluppo. Prima di tutto il percorso di studi, che ho scelto di proseguire all’estero (in Gran Bretagna), per cogliere tutti i vantaggi di un’esperienza universitaria internazionale. Questa scelta mi ha permesso di condividere e conoscere diversi profili culturali, imparando ad apprezzare diversi costumi e a interagire con altre culture (in particolare quelle asiatiche, molto presenti nel contesto accademico britannico). Il vantaggio competitivo pianificato e raggiunto è stato determinante per l’inizio e lo sviluppo della mia carriera professionale.

Durante gli studi ho cercato di apprendere diverse realtà di business, partecipando a programmi di internship in diversi settori (specialmente finanziario). Al ritorno in Italia, prima di approdare in Sony, ho inteso sperimentare contesti lavorativi diversi (in grande sviluppo sul territorio nazionale) che mi potessero preparare all’ingresso nel mondo del marketing (società di Advertising e Promotion, Direct Marketing, Telecomunicazioni).

Sony mi ha dato la grande opportunità di entrare immediatamente, a pieno regime, nel mondo del consumer business dell’elettronica. Si tratta di una società assolutamente leader nel settore, che mette naturalmente nelle condizioni di avere un fortissimo senso di appartenenza, dando piena fiducia alla professionalità, allo sviluppo delle competenze e, in ultimo, alla meritocrazia, il tutto condito da un concetto sistematico di etica espressa a ogni livello.

Oggi il suo è diventato un mestiere ricercato. Pare che il marketing sia il ramo dell’economia che ultimamente attira moltissimi giovani, quale il suo consiglio a coloro che si accingono a diventare future figure professionali in questo contesto?
Il motivo è semplice, si tratta di un ruolo a 360°, che permette un percorso di apprendimento continuo e fortemente caratterizzato dal cambiamento, a cui un giovane manager è predisposto naturalmente. La definizione di piani di marketing e di comunicazione si basa oggi sul concetto 24/7, che significa semplicemente l’esigenza di definire piani di comunicazione a 360°  e continuativi nel tempo. Basandoci su questo concetto, l’elemento chiave è proprio la voglia di apprendere e studiare ogni giorno nuove realtà, le dinamiche dei comportamenti del consumatore e nuovi mezzi di comunicazione. Si tratta di una caratteristica fondamentale per definire strategie di Marketing sempre in linea con lo sviluppo del target identificato per soddisfarne le esigenze e/o anticipare nuovi trend.

Marketing significa letteralmente “piazzare sul mercato”, ma soprattutto c’è  bisogno di catturare e sorprendere il  pubblico, qual è il segreto per conquistare il consumatore?
Certamente si tratta di “piazzare sul mercato”, ma questo non è l’obiettivo. Tutto l’operato del Marketing deve concludersi con l’atto di vendita. Questo risultato deve necessariamente passare attraverso logiche ben definite, in linea con le classiche teorie accademiche definite negli anni. Ma è giusto sottolineare il fatto che le attività di marketing non si traducono solo nelle classiche 4P, ma nel tempo si sono evolute coprendo esigenze sempre più analitiche (esigenze nate dall’evoluzione del mercato e dalle dinamiche macroeconomiche).

Diventa centrale la definizione del forecast a medio-lungo termine (anche in collaborazione con il trade), la corretta previsione delle dinamiche di mercato, la gestione strategica della distribuzione, il continuo controllo della profittabilità, il controllo della rotazione.

Tutto questo però deve necessariamente essere sviluppato in perfetta armonia e sincronizzazione con tutti i dipartimenti dell’azienda e, in particolar modo, con il sales department, con cui è necessario condividere e formulare quotidianamente strategie e obiettivi.

Il cinema si è rivelato un ottimo canale per l’operazione di  “product placement”, ci racconti dell’idea dell’interazione con  Skyfall.
Per un’azienda come Sony, il product placement – come lo sviluppo di nuove tecnologie legate la mondo professionale della cinematografia – risulta esser naturale e strategico. Sony trae un enorme vantaggio dal fatto di essere l’unica azienda di elettronica di consumo ad avere una struttura di business che include tutta la catena produttiva “full entertainment”, dalla realizzazione di macchine professionali per la ripresa dei film e la registrazione di contenuti musicali, passando attraverso la distribuzione dei contenuti, la gestione di concerti e programmi televisivi, per non parlare della presenza in settori come il medicale e la sicurezza (con sofisticati sistemi di sorveglianza).

Tutto questo costituisce un base fondamentale per la realizzazione di prodotti consumer e tecnologie sempre innovative, indirizzate alla maggiore qualità possibile. Il product placement, costituisce dunque una conseguenza naturale che permette di chiudere il cerchio, rendendo sempre più visibile la leadership nel settore.

Quali altri canali e media trova fondamentali per interagire e arrivare al pubblico?
Come detto prima, l’approccio di comunicazione è necessariamente veicolato attraverso campagne a 360° – 24/7, ossia l’obiettivo è di garantire  una chiara correlazione tra attività di ATL, BTL, investimenti online e continuo sviluppo e dei Social Media. Solo questo può garantire un customer journey in linea con le nostre strategie e le attese di interazione del nostro pubblico.

Quanto è importante avere uno “sguardo” internazionale?
Era importante in passato, in quanto vi era l’esigenza di analizzare i trend di mercato di altre realtà insieme ai feedback dei nostri consumatori (dopo l’introduzione di nuovi prodotti e tecnologie). Tutto questo ci permetteva di avere un vantaggio temporale in Europa rispetto ai mercati americani e asiatici. Oggi l’effetto della globalizzazione evidenzia una armonizzazione delle dinamiche di mercato e dei processi di acquisto dei consumatori.

Come ha inciso la globalizzazione a livello professionale? Crede comunque ad un adattamento interno?
La globalizzazione incide sicuramente a livello professionale perché vi è la crescente esigenza di avere manager con esperienze internazionali per apprendere e sperimentare diversi business models e realtà distributive. Internamente è richiesto un continuo scambio e attività di benchmark con i principali mercati esteri.

Il prodotto Sony è sinonimo di tecnologia ma anche e soprattutto di qualità. Quanto incide il processo di produzione sul risultato finale? Dove viene svolto oggi?
La qualità è sempre stata e sarà l’elemento fondamentale alla base della progettazione del prodotto. Questo atteggiamento spesso ha creato svantaggi rispetto ai concorrenti e alle dinamiche di mercato, sempre più influenzate dalla variabile prezzo. Ma in casa Sony rimane sempre il focus sull’offerta di prodotti sempre di maggiore qualità, che è il core nella strategia Sony.

In questo, senso per i modelli di maggiore valore (reale e percepito), Sony ha deciso di riportare la produzione in Giappone. Manteniamo la convinzione che il focus sulla qualità deve continuare a essere l’elemento caratteristico del brand Sony, perché è una delle aspettative del nostro pubblico e costituisce il vero DNA dell’azienda.

Per un marketing head l’arte della comunicazione è pane quotidiano solo nell’ambito professionale o anche in quello privato?
Purtroppo uno degli elementi più importanti dovrebbe essere il corretto balance tra vita professionale e privata. Diventa sempre più un compito difficile e impegnativo. Sicuramente il “training” nell’ambito dell’ambiente di lavoro influisce sulla capacità di comunicazione nelle attività sociali, a patto che non si parli di lavoro..

Qualche anticipazione su progetti futuri in esclusiva per Gilt Magazine?
È politica aziendale (e necessaria strategia difensiva) non condividere informazioni in anticipo sullo sviluppo di nuovi prodotti e/o tecnologie, ovviamente. L’unica cosa che si può garantire è un impegno sempre crescente nello sviluppo di nuove tecnologie e prodotti con standard qualitativi sempre maggiori.

Sony continua a consolidare la leadership in termini di innovazioni, un esempio reale è l’introduzione nel mercato dei primi TV 4K, o nuovi form factor nell’ambito dei PC (sempre meno tradizionali).

 

(di Margherita Esposito)

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