Eva Riccobono, da top model a “contadina” in teatro

Eva Riccobono

Da modella a “contadina”: Eva Riccobono, la bionda (e bellissima) siciliana dagli occhi azzurri, arriva a Milano al Teatro Franco Parenti con lo spettacolo “Coltelli nelle galline”, per la regia di  Andrée Ruth Shammah. Conosciuta al pubblico come top model professionista e attrice televisiva e cinematografica, la bella palermitana si è riscoperta in un nuovo ruolo ben lontano da quello che ricopre nella vita di tutti i giorni: una giovane donna brutta e senza nome, che vive in un mondo rurale ed è in cerca di se stessa e delle proprie emozioni. Per l’occasione, Eva ha risposto alle domande di Gilt raccontando questo suo nuovo impegno lavorativo, difficile ma intenso.

Da top model ad attrice teatrale. Come hai vissuto questo passaggio lavorativo? 

L’ho vissuto benissimo! Mi sento molto meglio a fare l’attrice teatrale che la top model. È stata una parentesi meravigliosa della mia vita che rifarei mille volte, e come la giovane donna che interpreto nello spettacolo (“Coltelli nelle galline” ndr), credo nell’evoluzione. Per quanto mi riguarda, appunto, è stata non solo un’evoluzione, ma soprattutto un privilegio poter essere oggi un’attrice che lavora a teatro, che a mio parere è un mestiere “magico” che forse, anche se si è un po’ perso, continua a donare un’energia ed una adrenalina che solo chi lo pratica può realmente capire.

I primi tre aggettivi che ti passano per la testa pensando allo spettacolo? 

Sicuramente intenso, forte e…misterioso!

Hai recitato in ben 8 film, ma la recitazione cinematografica è differente da quella teatrale. Hai percepito questa discrepanza? 

Assolutamente sì, e da parte mia, motivata a voler fare l’attrice, era importante riuscire a portare a compimento questo passaggio. Dal mio punto di vista si è un attore completo quando si riesce a stare su un palco teatrale. È una recitazione completamente differente che richiede tanta tecnica, tanta concentrazione, ma soprattutto tanta energia fisica, che è ciò che personalmente mi ha sconvolta. In un’ora e quaranta minuti di spettacolo, che non è molto, ma senza alcuna pausa, sono necessari una concentrazione e una forza fisica che un attore cinematografico può non avere in quel momento. Questo rende il tutto molto più intenso.

Viene quindi spontaneo chiederti com’è stato il tuo rapporto con la regista 

Amo Andrée (Ruth Shammah ndr), la stimo come donna e come persona. Mi ha dato molto e non solo nel teatro. Non avendo una preparazione tecnica alle spalle, avevo necessità di qualcuno che credesse in me, e lei lo ha fatto. Allo stesso modo io le ho consegnato tutto il mio cuore.

Ringraziamo Eva Riccobono per la gentilezza e disponibilità, augurandole il meglio per tutti i suoi progetti futuri!

 

di Manuela Poidomani

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