Il Teatro digitale della Moda

Moda

Le nuove frontiere tecnologiche varcate durante il fashion month, ci portano a riflettere sul concetto di personaggio, in collegamento tra il mondo del teatro e quello della moda. Nuovi e sempre più svariati i metodi di comunicazione utilizzati nei fashion shows degli ultimi anni. Che sia stata la pandemia ad accelerare i tempi oppure no, fisico e digitale dialogheranno tra loro ancora per molto tempo. E tutto ciò che abbiamo fruito sino ad oggi è, come molti lo hanno identificato, solo il Rinascimento tecnologico di ciò che ci attende. I ben quaranta show digitali della Milan Fashion Week ne sono la testimonianza e al tempo stesso la dimostrazione che la moda non si ferma.

Il teatro della moda di ieri

Non si è fermata la Couture, con gli show di maggio rinviati a luglio, come Dior e le bambole itineranti ispirate alle miniature del Théâtre de la Mode. Un teatro itinerante nato nel 1945 dall’idea di Robert Ricci (figlio della famosa stilista Nina Ricci), che con dei piccoli manichini vestiti con gli ultimi modelli realizzati dalle migliori case di moda francese, che al tempo erano in gravi difficoltà dovute al Secondo Dopoguerra, da mandare in giro per l’Europa e l’America in modo da mostrare al mondo che l’industria della moda francese avrebbe potuto ancora dettare le regole della moda.

Gli attori: Modelle reali VS Modelle digitali

Dalle grandi disgrazie derivano grandi idee, ancor più grandi coi mezzi a disposizione di oggi. E se le modelle, i personaggi della moda messa in scena, non possono viaggiare tra le quattro capitali della moda, sono le loro rappresentazioni a farlo. Come l’idea sviluppata da Jeremy Scott per Moschino, dove se stesso, Gigi Hadid e le altre, e persino il pubblico, sono diventati marionette in occasione della presentazione della Spring/Summer 2021. Fedelissime riproduzioni di Anna Wintour e Hamish Bowles che commentavano le uscite, erano sedute a godersi lo spettacolo.

Decisamente frutto della grande fantasia dello stilista napoletano Giuliano Calza, gli avatar realizzati per il suo ultimo fashion show. In collaborazione con WSJ Nonny de la Peña e la loro piattaforma REACH.Love e l’hacker creativo Thomas Webb con la piattaforma Worldwide Webb. Il tutto integrato a sua volta nella piattaforma digitale di GCDS, che ha visto sfilare figure rubate a Futurama, con indosso la SS 2021. Anche qui fedeli le riproduzioni degli ospiti dell’evento come Chiara Ferragni e Fedez, Dua Lipa e molti altri.

La proposta delle modelle digitali sta sempre più prendendo piede, tanto che fanno il loro debutto le prime agenzie di modelle digitali. Come l’inglese NAMESldn, un’agenzia basata sul digitale, fondata nel 2019 da un gruppo di visionari con il desiderio comune di smantellare le barriere tra le industrie creative, offrendo un continuum di contenuti lungimiranti. Guidata dal direttore creativo Richard Thornn e gestita da Oksana Kukla, avendo lavorato nella moda per oltre 10 anni con clienti come Studio XO, Lady Gaga, Duran Lantink, Black Eyed Peas, MOMA, il loro nome è già apparso su Vogue, Hypebeast, LOVE, WWD e Gaytimes per citarne alcuni.

Che siano fedeli riproduzioni in miniatura o avatar 3D, lo spettacolo della moda è sempre pronto ad emozionarci e stupirci, che sia da casa, dalla metropolitana o da un palcoscenico. E una cosa è ormai ben chiara, che il futuro è già qui.

 

di Pamela Romano

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