La Femme Fatale tra passato, presente e futuro

La femme fatale è la figura femminile che si affermò nella metà dell’Ottocento e che sconvolse lo stereotipo comune della donna intesa come angelo del focolare domestico. Con accezioni diverse, quella preponderante, descritta da molti poeti, scrittori e giornalisti, era una donna dominatrice, lussuriosa, trasgressiva e tentatrice. Esercitava il suo fascino attraverso abiti, trucco, gioielli e profumi. Questi elementi assumevano il carattere di estensioni della sensualità, manifestando un intenso potere erotico.

Contemporaneamente a questa fenomenologia si inaugurò una figura femminile opposta, androgina, che si manifestò con l’emancipazione della donna attraverso l’abito, con il tentativo dell’americana Bloomer di introdurre a Parigi e Londra la moda dei pantaloni, del gilet, delle cravatte e dei monocoli esclusivamente per donne. Apparentemente fra la femme fatale e l’androgina non vi era alcun punto d’incontro; in realtà il denominatore comune era proprio l’anarchia di andare controcorrente.

La femme fatale è stata un’anticipazione della diva, prototipo di donna che nacque nel Novecento, che ne ereditò le pose. Attualmente, dopo anni oscillanti tra minimalismo e il boom delle top model, la situazione non è poi così cambiata. La femme fatale si è reincarnata in donne prorompenti e sexy che inondano riviste di moda, passerelle, spot televisivi, cinema e le strade delle metropoli.

Ma la bellezza “al naturale” esiste ancora? Donne sulla quarantina sono alla ricerca dell’eterna giovinezza senza tener conto che il vero sex appeal risiede nell’età e nell’esperienza che ne deriva. Un esempio di come si possa arrivare al traguardo dei cinquanta in forma smagliante è senza dubbio l’iconica Monica Bellucci. Nel film “Malèna” del 2000 diretto da Giuseppe Tornatore, Monica Bellucci è la protagonista femminile che interpreta la quintessenza della seduzione nell’immaginario maschile, in un contesto socio culturale difficile come la Seconda Guerra Mondiale.

Il rapporto di Monica Bellucci con la moda è viscerale. Il brand Dolce & Gabbana l’ha incoronata testimonial per numerose campagne pubblicitarie. Celebre è lo spot televisivo del 1997 D&G Fragrances, dove una creatura lasciva stuzzica le fantasie di un uomo. A seguire ci fu lo spot televisivo del 2002 per il profumo Sicily, diretto da Tornatore con commento musicale di Ennio Morricone; Anche qui la Bellucci ricopre il ruolo della femme fatale nei panni di una vedova, risvegliando i più intimi istinti sessuali. Nel 2010 è la volta dello spot televisivo Martini Gold by D&G, nel 2012 per la collezione Primavera/Estate Dolce e Gabbana conducono Bianca Balti e Monica Bellucci sullo sfondo mediterraneo di Portofino. Nel 2013 per la campagna Autunno/Inverno gli stilisti celebrano la Sicilia, protagoniste Bianca Balti, Bianca Brandolini d’Adda e Monica Bellucci. Una storia raccontata per immagini: una gita festosa in famiglia tra carretti siciliani, ceramiche decorate, pizzi, stampe barocche, collant neri velati, tamburelli e donne che lavorano l’uncinetto. Nel 2014 in occasione della campagna make up, D&G presenta la collezione di rossetti Classic Cream Lipstick, testimonial sempre la Bellucci. Per il 2015-16 nella campagna D&G Autunno/Inverno #DGMAMMA risalta ancora la Sicilia, ma protagonista indiscussa è la figura della Mamma.

Monica Bellucci è il collante che unisce femminilità, seduzione ed eleganza. Ha interpretato il ruolo della femme fatale sul grande schermo e nella moda, divenendo icona di uno stile che non tramonterà mai, come il suo sex appeal.

di Alessandra Capasso

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