La donna naif di Stella Jean

 

Stella Jean porta in passerella le sue donne naïf durante la prima giornata di Milano Moda Donna, una P/E dal timbro imponente, dall’inconfondibile impronta multietnica ,ma soprattutto, dal sapore familiare.

Ed è proprio questo che Stella Jean vuole comunicare, la testimonianza di una terra e di una storia attraverso le sue stoffe, le stampe e il dettaglio stesso, carico di coinvolgimento culturale. La stilista prosegue con questa collezione, nella sua collaborazione con l’agenzia dell’ONU l’International Trade Centre che ha favorito l’introduzione dei tessuti fatti a telaio a mano dalle donne del Burkina Faso e del Mali e dei gioielli realizzati da artigiani haitiani.

Abbiamo incontrato la meravigliosa autrice di questi abiti da sogno caraibico e le abbiamo chiesto che emozioni volesse infondere negli spettatori, che cosa volesse trasmettere intimamente attraverso le sue creazioni, ci ha risposto così: ” I miei abiti riflettono ed evocano il métissage e la mia héredité Creola in cui si fondono le culture del vecchio, e la verve del nuovo continente e gli opposti si sposano in una femminilità consapevole della sua preziosa unicità, per me è stato come compiere un viaggio partendo da casa, per arrivare a casa.
Ho voluto appunto fondere le linee della sartorialità italiana,sensuale ed elegante, quella che non viene mai ostentata con la quotidianità delle giornate haitiane, delle donne haitiane in tutta la loro arte magica ,semplice e completamente colorata.”
Direi un mood la cui unicità si rivela riflesso del suo percorso personale multiculturale, tradotto dalla stilista nella “Wax & Stripes Philosophy”, sua vera e propria cifra stilistica, punto di equilibrio ed al contempo sintesi e superamento di culture tanto antipodali.
L’oggetto protagonista di questa passerella è senza dubbio la Doctor Bag, dal sapore retrò, scentemente ”rubata” ad un italianissimo medico condotto che si colora per noi di cromie del tutto sgargianti!

Una Stella splendente, disarmante nella sua spontaneità… un po’ naïf, ça va sans dire.

 

di (Sophia Salaroli)

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