GucciFest: racconti di un’umanità ritrovata

GucciFest

GucciFest 2020

Alessandro Michele presenta per la prima volta la sua collezione sotto forma di miniserie, OUVERTURE of Something that Never Ended, un racconto di umanità e valori. Con Alessandro Michele è iniziata una nuova era di umanità, in cui il diverso è a portata di tutti. Il creativo si libera dei ritmi incessanti della moda per riscoprirne il suo lato più umano.

Una finestra sul mondo

Il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel parla di “fascino della differenza” in relazione alla moda. In tal senso, il suo valore coincide con la traduzione degli impulsi che attraversano la contemporaneità. Manifesto del cambiamento, manifesto di un’alterità non  più così tanto altera. La prospettiva di Alessandro Michele è al contempo ampia e precisa. Infatti, l’individuazione dei suoi attori, l’esame della tecnologia e la trasformazione delle relazioni personali della società moderna sono messi in luce nei loro vari aspetti.

OUVERTURE of  Something that Never  Ended

Ouverture, un brano orchestrale eseguito a sipario chiuso prima dell’inizio di un’opera lirica. Dunque, l’inaugurazione di un qualcosa che  non ha mai avuto fine. L’accostamento insolito di due termini appartenenti a vocabolari  differenti sembrerebbe alludere a uno spazio condiviso. Uno spazio pubblico estraneo che, proprio perché tale, lascia libero sfogo agli impulsi individuali più intimi senza costrizione alcuna. La collezione di Alessandro Michele si ispira a una visione dell’organizzazione sociale e del  tempo in movimento. Una fusione di regole e generi, di nuovi spazi e codici linguistici.

Appunti sul tempo

Un caleidoscopio di immagini. Una moltitudine di stili e forme continuamente reinterpretati. Il desiderio ossessivo compulsivo di creare qualcosa di nuovo. La velocità del cambiamento e lo smarrimento del valore. Se la frenesia e l’oblio sono diventati  due elementi imprescindibili della nostra realtà, è altrettanto vero che la moda può far riemergere i valori perduti. Questo è il desiderio di Alessandro  Michele: dare voce al proprio bisogno espressivo. Decidendo di allontanarsi dai ritmi incessanti della moda, l’intento del direttore artistico è quello di virare verso una sua versione più umana.

L’intento

Si dissolvono la vecchia nozione di stagionalità, le cruise, pre/fall, spring/summer, fall/winter. «La  ricalibrazione del tempo, per stabilire il ritmo a livello umano, vuole essere una promessa di cura rianimata verso questa straordinaria comunità di scopi a cui appartengo con orgoglio. È il mio progetto, pro-jectum: l’arte di estendere l’esistenza in futuro. […] Un futuro declinato al plurale, che comprende il “noi” come  fondamento» aveva già annunciato in “Appunti dal silenzio”. Il linguaggio scelto per la  presentazione delle collezioni sarà quello della musica classica. In questi termini Alessandro Michele preannuncia OUVERTURE of  Something that Never Ended sotto forma di una miniserie composta da  sette episodi.

7 racconti di Umanità

La miniserie è stata girata a Roma ed è co-diretta dal regista Gus Van Sant e Alessandro Michele. Verrà trasmessa durante il GucciFest, innovativo festival di moda e cinema digitale che si svolge dal 16 al 22 novembre 2020. Silvia Calderoni è l’indiscussa protagonista della serie, che vive in una surreale routine ambientata in diversi scenari della città, dove incontra talenti quali Paul B. Preciado, Achille Bonito Oliva, Billie Eilish, Darius Khonsari, Lu Han, Jeremy O. Harris, Ariana Papadimitropoulos, Arlo Parks, Harry Styles, Sasha Waltz e Florence Welch.

I sette episodi verranno trasmessi quotidianamente durante il festival in esclusiva su YouTube Fashion, Weibo, Gucci YouTube e inseriti nel sito GucciFest.com. Ogni puntata rivelerà giorno per giorno la nuova collezione. Un viaggio alla ricerca di un’umanità perduta, il racconto di Alessandro Michele. Un tentativo tanto audace quanto promettente, quello di prediligere la moda e il cinema come canali comunicativi della nostra complessa individualità con modalità del tutto controcorrente. Ma è proprio in questo angolo di storia di emergenza che il suo intento diventa risorsa.

 

di Isotta Canapieri

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