Fenomeno book clutch: cultura à porter

Se, come disse Cicerone, “una stanza senza libri è come un corpo senz’anima”, le book clutches sono l’accessorio perfetto per adornare il corpo di una donna. Donano carattere e personalità a un look basico e si fanno notare in una serata importante, distinguendo chi le porta dalla massa di braccia con comuni it-bag penzolanti.

Pioniera di questo stile inaspettato, che combina due arti differenti come letteratura e moda, è Olympia Le-Tan, designer londinese autodidatta che dal 2009 crea questi piccoli capolavori magistralmente ricamati e in edizione limitata. Per la collezione di book clutches Autunno/Inverno 2015-2016, l’ispirazione deriva dal tema del balletto e, in particolare, dai Ballets Russes, rappresentazioni colorate e sfavillanti nate nei primi anni del ‘900 dal genio di Sergej Diaghilev. I costumi decorati stile orientale dei Ballets Russes influenzarono il gusto e le tendenze dell’epoca attraverso couturiers del calibro di Poiret, contribuendo così a liberare la donna dalle costrizioni degli abiti Belle Èpoque. Sul sito ufficiale della designer, nonché su siti e-commerce multibrand come LuisaViaRoma, è già disponibile anche la collezione speciale Primavera/Estate 2016 dedicata al capolavoro di Lewis Carroll “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” e i modelli ispirati alla letteratura giapponese.

In Italia, invece, un’altra designer napoletana ha scelto di creare borse-libro con il marchio By M. di Maria Marigliano Caracciolo. In questo caso, si tratta di modelli realizzati con elevata sapienza artigianale, utilizzando materiali di pregio (quali pelle, seta e foglia d’oro) e con la procedura bespoke, cioè personalizzabili in vari step dagli acquirenti: titolo del libro, colore della copertina, decorazione dorata, nome del possessore, senza tralasciare la consegna e il packaging, che le rende anche un gradito regalo per chiunque dovesse riceverle in questo periodo festivo. Book clutches, quindi, per non prendersi troppo sul serio (o sì?) e per investire nella cultura, ma in modo alternativo.

Di Jessica Landoni

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