Alexandra Alberta Chiolo e le sue versatilissime “Albertine”

Si chiama Alexanda Alberta Chiolo e sta spopolando al momento. Cosa fa? Crea scarpe con tacchi e plateau intercambiabili. Si chiamano Albertine e sono all’insegna del design, della qualità, ma non solo, anche del gioco e del trasformismo.

Alexandra Alberta Chiolo Spa nasce nel 2008 in realtà, ma è nel 2012, dopo due anni di sperimentazioni e ricerche di materiali, che inizia il processo che porta alla creazione delle Albertine. Sono scarpe nuove, originali, che, volendo, si possono trasformare a seconda dei vari momenti della giornta e delle occasioni. Non è forse il sogno di ogni donna avere la scarpa giusta al momento giusto?

La tecnologia e l’originalità si fondono con la tradizione artigiale marchigiana ed emiliana: tutto è nel segno del Made in Italy e i materiali utilizzati sono i pellami italiani più pregiati, la tomaia è in vitello spazzolato nero e i tacchi e i plateau sono realizzati con materiali Abs.

La Icon Collection si presenta in quattro grandi varianti: Essenza, pensata per la quotidinaità; Tendenza, con i tacchi e i plateau metallizzati e glitterati, non adatta di sicuro a chi non vuole attirare l’attenzione; Eleganza, con tacchi intarsiati di pietre riflettenti su sfondo nero; Gioiello, la più eccentrica, con tacchi-scultura, ricavati da un pezzo di plexiglass, che ricordano i colori del rubino, dello smeraldo, del diamante e della perla.

Ma sul sito questo non è tutto: è disponibile inoltre la Sweetest Collection, con i colori delle caramelle, i toni pastello del rosa, del lilla, del glicine e tanti altri, con le stesse caratteristiche della Icon, plexiglass, glitter e tacchi gioiello.

La punta di diamante è che ognuno può crearsi la propria personale Albertina: basta andare sul sito, scegliere il colore della scarpa, del plateau, del tacco e il proprio pezzo unico è pronto, in pochi clic. Si può giocare con gli abbinamenti, con i contrasti, con  i colori e con i glitter. A quale donna non piacerebbe avere una scarpa firmata col proprio nome?

Di Erika Cioffi

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