La scommessa sulla semplicità e sugli anni ‘60 di Prada

È indubbio che Miuccia Prada si diverta a giocare con i suoi spettatori, ormai lo abbiamo capito. Tra show che spesso sembrano degli ingegnosi cruciverba progettati per non essere risolvibili, indizi disseminati qua e là (e, questa volta, anche una caccia al tesoro per trovare l’invito nascosto), mette sempre alla prova il nostro intelletto per spingerci a trovare la giusta chiave di lettura del suo lavoro. Del resto, però, l’imperscrutabilità dell’universo Prada è proprio uno degli elementi che più ci affascina.

Il Menswear Spring/Summer 2019 Fashion Show del 17 giugno si è rivelato l’occasione perfetta per mettere in atto l’ennesimo dei suoi rompicapi. La scia di briciole di marzapane iniziava già con la location: industriale, uno scheletro essenziale con soffitto a doppia volta, impregnata dell’odore di gomma fresca dato dalla vernice traslucida che ricopriva le pareti e il pavimento.

Le sedute erano delle riproduzioni dell’iconico “Inflatable Stool” progettato e realizzato negli anni ’60 dal designer e pioniere danese Verner Panton e prodotte in esclusiva per l’evento da Verpan. Un’opera che, nella sua semplicità, ha offerto allo spettatore una straordinaria qualità visiva creando uno spazio psichedelico in cui il richiamo agli anni ’60 trasudava da tutti i pori, anche grazie al pattern geometrico fatto di numeri e simboli che invadeva la stanza e definiva, con una sorta di coordinate geografiche, la posizione esatta di tutti gli elementi presenti.

Ecco qui il primo indizio. Proprio i mitici Sixties sono il punto focale di tutto, con le stampe floreali riprodotte su maglioni e dolcevita, seguite da quelle di nuvole e ragazze, per finire con dei collage multicolor che sembrano usciti da un vero e proprio trip allucinogeno. Nel backstage Miuccia Prada ha dichiarato di volere che l’uomo Prada di questa stagione sia elegante ma giovane in un modo nuovo e, perché no, anche sexy; non dimentichiamo che i favolosi anni ’60 sono pur sempre stati degli anni in cui la rivoluzione era ovunque: musica, moda, sessualità.

Proprio di rivoluzione la stilista ha deciso di parlare, approfondendo un argomento “scomodo” (i suoi preferiti) che proprio per questo diventa perfetto per essere trattato e “Pradificato”. È così che cortissimi pantaloncini da uomo fanno la loro comparsa in molti dei look presentati e diventano quasi il cavallo di battaglia della collezione. Stampe geometriche e psichedeliche, righe, tinta unita e denim slavato, ce n’è per tutte le salse e personalità.

Così Miuccia celebra la diversità e la libertà di scelta. Con quelli che ha definito come delle “minigonne da uomo” Prada ha sfatato un tabù e messo in atto una vera e propria liberazione sessuale maschile a quasi sessant’anni da quella femminile messa in atto da Mary Quant nella sua Swinging London.

Lasciare la libertà di decidere cosa indossare e come farlo: è questo il punto focale della collezione, studiata per combinare stili diversi, per mescolare pezzi di abbigliamento di generi che a volte sembrano lontani anni luce; i dolcevita in tessuto tecnico portati sotto la camicia e la giacca insieme a short e sneakers; leggeri pantaloni svasati con una camicia di jeans e il colbacco in tessuto tecnico (anche se si tratta di una collezione estiva); cortissimi shorts dalle fantasie geometriche con camicie e maglioni a stampa psichedelica. Tutti i pezzi che hanno sfilato in passerella erano semplici e perfetti nelle linee, nessun eccesso nelle forme o nelle dimensioni, sia seri che divertenti, ma sempre caratterizzati da una pulizia formale.

Look e stili intercambiabili, quindi, per il Menswear SS 2019 di Prada, tante gambe scoperte, ma soprattutto la soddisfazione di un ritorno alla semplicità per creare oggetti di design che il consumatore finale abbia voglia di indossare.

di Martina Testa

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