Gucci: il rito che non ammette repliche di Alessandro Michele

GUCCI

Durante il primo giorno della Milano Fashion Week, Gucci ancora una volta stupisce il suo pubblico con una performance in cui l’inclusione più estrema è il fulcro di tutto. Modelli, stylist e l’intero staff che ha fatto parte alla creazione della sfilata vengono messi in scena svelando ciò di solito “ama nascondersi”.

La comunicazione come cavallo di battaglia di Gucci

L’Enfant Terrible colpisce ancora, e stavolta lo fa partendo dall’invito alla sfilata. Un semplice messaggio vocale su whatsapp, informale e molto amichevole: “ciao, volevo invitarti alla mia sfilata la prossima settimana, mi farebbe molto piacere se venissi, baci!”. Così alcuni influencer e vip hanno riconosciuto immediatamente la voce di Alessandro Michele, stilista della maison Gucci. Ma l’invito non è stato nulla in confronto a quello che gli spettatori si sono trovati ad assistere il giorno dell’evento. Un enorme carillon, una giostra rotante con un metronomo in led al suo apice, è questa la passerella, se così si può chiamare, di quello che lo stilista definisce “un accadimento magico capace di sprigionare incantesimi”. È infatti attraverso la pagina instagram Gucci, che Alessandro Michele poco prima dello show pubblica una lettera scritta a mano in cui descrive dettagliatamente cos’è per lui la sfilata, quali emozioni lo pervadono nel vedere le sue creazioni svelate davanti a milioni di occhi.

La lettera di Alessandro Michele e l’omaggio ai suoi collaboratori

La lettera prosegue poi con la spiegazione di ciò che da lì a poco avverrà in quella giostra Felliniana. Più che una sfilata è una vera e propria performance, un rito che non ammette repliche. Uno spettacolo che prende vita nel momento in cui le modelle si preparano con tutto l’ufficio stile: sarti, vestiaristi, truccatori, stylist e l’intero staff. “C’è qualcosa che, in questa cerimonia, solitamente rimane sepolto: lo sforzo del partoriente che accompagna il tremore della creazione”, continua lo stilista. Così lo spettacolo assiste a tutta la preparazione che c’è dietro un fashion show, un momento quasi intimo accessibile solitamente solo ai pochi addetti. Man mano che le modelle e i modelli sono pronti, si dispongono lungo il perimetro della giostra, lasciando poi il posto allo stesso staff in divisa che poco prima li aiutava nella preparazione. Un chiaro omaggio all’intero sistema di persone che ogni giorno rende possibile il sogno Gucci.

I look della collezione Gucci Fall/Winter 2020

I capi della collezione Gucci Fall/Winter 2020 richiamano indubbiamente il filone logico iniziato durante la Settimana della Moda maschile di gennaio, dove la rivisitazione della mascolinità era stata esplorata a 360°. Adesso, ogni look sembra far parte di una collezione a sé, per sottolineare ancora una volta il tentativo di Alessandro Michele di ridefinire la normalità e ciò che in generale viene definito normale. Attraverso una tematica così importante e attuale, troviamo quindi voluminosi abiti dal richiamo vittoriano, tailleur classici quadrettati e ancora volant, richiami punk, richiami anni ’70, fiori, colori tenui e sgargianti e molto altro. Ma quello che sicuramente cattura la scena, sono gli abbinamenti impensabili, caotici, stravaganti, quasi a voler per forza stimolare la critica di ogni singolo spettatore, su accessori compresi. Come ribadisce lo stilista, si tratta di un insieme che sospende l’ordinario, caricandolo di un sovrappiù di intensità, in perfetto stile Gucci Culture.

 

di Alice Scandurra

Lascia un commento

Your email address will not be published.