Balmain: Rousteing reinterpreta l’eredità di Pierre alla PFW

Rousteing rievoca la classica silhouette in stile prettamente francese di Pierre Balmain nella suggestiva e intima location de “Le Carreau du Temple”

di Cristina Camporese

Un ritorno alle origini per Olivier Rousteing alla Parigi Fashion Week: il direttore creativo di Balmain rievoca l’eredità di Pierre Balmain, dove passione, lusso e qualità sono le parole chiave per un perfetto “french style”. 

Design dagli anni ‘40 agli anni ‘70 – il periodo d’oro di Pierre – vengono reinterpretati da Rousteing in delle silhouette evocative, intersecando le tendenze della stagione con il classico, in una contemporaneità che sa di passato.

La sartoria è come sempre centrale nello show di Balmain, un elemento che permette allo spettatore di entrare in possesso di una chiave di lettura unica dei capi: la dedizione alla perfezione tipica di Balmain rivive attraverso la modernità.

Capire il passato per comprendere il futuro: l’idea di Rousteing 

Olivier Rousteing non fa mistero della sua dedizione verso il passato della casa, omaggiando l’impegno di Balmain con un “ritorno alla qualità”, come lui stesso ha definito la collezione.

Elementi cardine della sfilata sono i copricapi: i modelli, ideati da Stephen Jones, presentano un grande richiamo allo stile di Balmain, riprendendo esattamente i suoi modelli, dei Pamela e berretti dalle sfaccettature anni ‘50 e ‘70.

I capi dall’allure vintage riprendono le “fondamenta” del brand, dalle stampe monogram ai grandi fiocchi, abbracciando il corpo della perfetta “Jolie Madame”: la silhouette, ideata da Balmain nel 1953, è un modello pinched-waist della “Nuova Era Francese” degli anni ‘50/‘60. 

La Jolie Madame riprende un classicismo delle forme, con ampie gonne a ruota e pantaloni in velluto modello Capri, instaurando un dialogo con l’estetica di Rousteing nella complessità dei materiali utilizzati: neoprene e simil-PVC sono protagonisti di un dialogo con il passato.

Tra la tendenze contemporanee contaminate dal passato, Rousteing trova comunque il modo di far emergere la sua estetica personale, caratterizzata dalla presenza di spalle larghe, capi stretti al livello della vita e corsetti. Una vera e propria interazione, un dialogo tra quello che era Balmain e quello che sarà, sempre nella sua inconfondibile iconicità.

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