Paul Biya rieletto in Camerun per l’ottavo mandato

Paul Biya rieletto in Camerun tra tensioni e proteste: quattro morti dopo le elezioni.

a cura della Redazione

Paul Biya, 92 anni e al potere dal 1982, è stato ufficialmente confermato presidente del Camerun per l’ottava volta consecutiva. I risultati annunciati dal Conseil Constitutionnel lo danno vincitore con il 53,66 % dei voti, contro il 35,19 % ottenuto dal suo principale sfidante Issa Tchiroma Bakary. Ma la rielezione del leader più anziano al mondo ancora in carica ha immediatamente scatenato ondate di proteste e scontri violenti in diverse città del Paese.

Un risultato contestato

Secondo quanto riportato da AP News e The Guardian, le manifestazioni sono esplose subito dopo l’annuncio ufficiale della vittoria, in particolare a Yaoundé e Douala. L’opposizione denuncia brogli, irregolarità di voto e un processo elettorale «opaco». Tchiroma ha definito la tornata «una farsa», mentre diverse ONG internazionali hanno espresso preoccupazione per la trasparenza dello scrutinio e per le limitazioni imposte ai media locali durante le votazioni.

Le proteste e le vittime

Almeno quattro persone sono rimaste uccise negli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, secondo Al Jazeera. Le autorità hanno confermato numerosi arresti e imposto restrizioni ai movimenti nelle aree più calde del Paese. In alcune regioni sono stati segnalati blocchi temporanei di internet e coprifuoco non ufficiali. L’esercito ha invitato alla calma, mentre la comunità internazionale chiede un’indagine indipendente sugli episodi di violenza.

Un potere senza fine

Biya governa il Camerun dal 1982, e nel 2008 ha modificato la Costituzione eliminando il limite dei mandati presidenziali. Il suo lungo dominio ha garantito stabilità politica, ma anche concentrato poteri in un sistema sempre più chiuso e verticale. La nuova vittoria rafforza il controllo di un leader che molti camerunesi considerano ormai «eterno», simbolo di un Paese fermo nel tempo, tra autoritarismo e paralisi istituzionale.

L’incognita del futuro

Dietro la calma apparente, il Camerun resta diviso. L’economia soffre, il conflitto anglofono non è risolto e la popolazione giovane reclama partecipazione e rinnovamento. Con 92 anni e oltre quarant’anni di potere, Biya si trova ora di fronte a un paradosso: restare garante di un equilibrio fragile o diventare il catalizzatore di una crisi generazionale e politica che il Paese non può più ignorare.

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