Fuga di cervelli: il sogno dei giovani di partire per l’estero

Dal 2012 al 2021 più di 248 mila laureati hanno lasciato il Paese natio per trovare la propria realizzazione personale e professionale all’estero

a cura della Redazione

licenza Pixabay

Una tentazione precoce

Già dalle superiori, circa sei studenti su dieci manifestano la loro volontà di partire per l’estero. Un biglietto di sola andata, senza ritorno, per la maggior parte di loro. La motivazione? I giovani italiani non si sentono soddisfatti del nostro Paese e nutrono una grande sfiducia nei confronti di esso; hanno infatti paura di rientrare ben presto nella categoria dei “Neet”: i giovani che non studiano e non lavorano abitualmente. Il gruppo che sceglie invece di restare nel Paese è formato da tutti quei ragazzi provenienti da famiglie non abbienti. Andare all’estero ha un costo elevato, e non tutti se lo possono permettere.

Effetti collaterali

Con la fuga di cervelli, la Nazione va incontro a una grandissima perdita di capitale umano. Molti studenti e laureati che decidono di emigrare dall’Italia sarebbero risorse valide e molto utili per accrescere il PIL del Paese. Perdendo una vasta quantità di queste risorse, l’Italia rischia di rimanere indietro in termini di imprenditorialità e innovazione, e smarrisce persone, competenze, ma anche molto denaro che è servito per formare i giovani talenti.

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