Cosa succede quando il desiderio smette di chiedere permesso e si scontra con le regole sociali? Succede Scandalo.
Dal 9 al 21 dicembre arriva al Teatro Manzoni il nuovo spettacolo di Ivan Cotroneo, che dopo il successo di Amanti torna con una storia che mette al centro la libertà – quella vera, quella che fa tremare i polsi. A portarci dentro questo mondo carico di tensione emotiva ci sono Anna Valle e Gianmarco Saurino, insieme a un cast che funziona alla perfezione (Orsetta De’ Rossi, Angelo Tanzi, Matilde Pacella). I loro personaggi sono legati da un amore che non chiede scusa e che non si adegua: un amore che sfida “l’accettabile”.
È una coppia che funziona, forse perché lontana da ogni prevedibilità scenica, forse perché ci cattura subito il match attoriale fatto di sguardi e movimenti calibrati, ma ciò che è certo è che Cotroneo porta in scena la sua firma più riconoscibile: un mix autentico di intimità, ironia e tensione emotiva caratterizzata da ritmo e respiro. Il contrasto tra i due protagonisti — età, energia, sensibilità — diventa la miccia di materia viva, di una rinascita.
Un’atmosfera elegante: silenzi e forte attrazione

Ivan Cotroneo costruisce lo spettacolo come se avesse una macchina da presa invisibile. Si è parlato di “erotismo enigmatico” da parte di lei e di “ironia romantica” da parte di lui, e ciò che ne nasce è la tensione costante di due persone che si guardano senza filtri: il magnetismo viene innescato dai piccoli gesti, dagli avvicinamenti lenti e dal piano d’ascolto che collega le emotività dei personaggi alla parte sensoriale. Non è solo chimica di scena, ma un dialogo continuo tra due mondi, due età, due sensibilità, due realtà diverse.
Non la solita storia di un amore proibito ma il riflesso delle nostre contraddizioni
Quanto può essere potente l’incontro tra una donna adulta e un uomo più giovane? Abbastanza da mettere in crisi i ruoli sociali che tutti noi, in un modo o nell’altro, continuiamo a interpretare per soddisfare il “giusto”.
Scandalo mette a nudo il momento in cui ciò che proviamo collide con ciò che la società si aspetta da noi: non punta sul plot twist facile, punta sulle domande, quelle scomode, quelle che toccano il modo in cui la società giudica il desiderio — soprattutto quando è femminile.
Laura, nota come la “sposa bambina” del marito ormai defunto, è una scrittrice di cinquant’anni che, dopo la morte di quest’ultimo, si rifugia sola nella villa vicino Roma, in una sorta di stasi emotiva. In questi casi la solitudine sembra essere la scelta “giusta”. Tutto però cambia quando nella sua vita entra Andrea, il giovane incaricato di riorganizzare la sua libreria. Tra i due c’è la stessa differenza d’età — 24 anni — che separava Laura dal marito.

Anna Valle: una donna che rivendica se stessa, adulta, profonda e magnetica
Non è un personaggio “rassicurante”, così Anna Valle descrive il suo ruolo, e non possiamo darle torto. La donna che porta in scena con grande eleganza è intelligente, complessa, a tratti spietata nel dichiarare i suoi desideri e la verità — anche quando può ferire. È una donna capace di far convivere vulnerabilità e forza in un modo che raramente vediamo rappresentato; un personaggio tridimensionale che sa ciò che vuole, si mostra nella sua emotività e magnetismo, e riesce a riempire la sala già “solo” con la sua presenza.
Gianmarco Saurino: l’amante che va oltre lo stereotipo
Accanto a lei, Gianmarco Saurino porta in scena un’energia diversa con l’esplorazione di un uomo lontano dai cliché del “maschio da commedia romantica”: libero da etichette rigide, Saurino costruisce un personaggio che dialoga con il presente, porta alla luce i dubbi della sua generazione e dà forma a una nuova idea di desiderio e di ruolo. Non è il giovane seduttore quello che vediamo, ma un uomo che si mette in discussione, che accetta la fragilità come parte del proprio percorso e che coglie la tensione emotiva dell’altro.
Una presenza scenica morbida ma intensa, capace di far emergere ironia, dubbio e desiderio con la naturalezza di chi sa toccare la vulnerabilità dell’amante del proprio Io.
Ok, ma… perché tenerlo d’occhio?
Perché Scandalo fa ridere, pensare e un po’ discutere — e tutto nello stesso tempo attraverso un’ironia intelligente. Perché è una commedia brillante che riesce ad affrontare temi che spesso trattiamo come tabù: i ruoli di genere, le aspettative sociali, i pregiudizi sulle relazioni “fuori schema”, il coraggio di desiderare e l’evoluzione naturale di un rapporto che diventa specchio delle nostre contraddizioni.
Perché il teatro ha il potere di farci respirare e renderci parte della storia di confronto in una cornice contemporanea. Perché parla di ognuno di noi, di una rinascita e il finale ha un twist che ti farà rimettere in discussione tutto.

