Il film su Anna “Nannarella” Magnani
Monica Guerritore sta attraversando una fase particolarmente intensa e significativa: negli ultimi anni ha saputo muoversi con misura tra il teatro, la televisione e il cinema, scegliendo ruoli e progetti che riflettono la sua sensibilità, la sua esperienza e la sua urgenza artistica.
Guerritore sfida se stessa, quindi, con “Anna”, opera prima alla regia cinematografica, in cui interpreta e dirige la vita della mitica Anna Magnani. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2025, il film uscirà nelle sale il 6 novembre.
La scelta è ricaduta proprio su di lei perché incarnava autenticità, forza e autonomia; ha anche affermato che, come con lei, Anna Magnani ce l’ha fatta, nonostante nessuno credesse in lei. Il focus della pellicola è la vittoria del premio l’Oscar per “La Rosa Tatuata” nella notte del 21 marzo 1956, scavando la sua dimensione intima fatta di attese, ferite, relazioni.
I lavori recenti tra televisione, cinema, teatro
Negli ultimi anni Guerritore ha interpretato ruoli significativi e diversificati.
In televisione è accanto a Verdone nella serie “Vita da Carlo”, dove interpreta Sandra, l’ex moglie del protagonista. Ha poi fatto parte del cast di “The Good Mothers”, miniserie prodotta per Disney+ sulla ’ndrangheta al femminile, nel ruolo dell’avvocato Dalia. In “Inganno”, su Netflix, poi, è stata Gabriella, una donna sulla sessantina che intraprende una relazione con un uomo molto più giovane.
Sul fronte cinematografico, nel 2024 ha lavorato in “Girasoli” di Catrinel Marlon, che esplora una vicenda ambientata nel ’63 in un ospedale psichiatrico.
Nel teatro, porta avanti anche il progetto “Ginger & Fred”, una rilettura del capolavoro di Federico Fellini che firma in adattamento, regia e interpretazione. Ma anche lo spettacolo “La sera della prima”, in cui Guerritore si racconta, ripercorrendo figura e carriere, in un rapporto diretto con il pubblico.
Ciò che emerge distintamente nel percorso di Monica Guerritore è una linea coerente: la scelta di ruoli che mettono al centro la soggettività femminile, l’età matura, le ferite e le conquiste della vita.
Anna segna un punto di svolta, ma non è l’ultimo capitolo: è piuttosto l’apice di un percorso che la vede impegnata a tutti i livelli; la conferma che la carriera non è solo un elenco di ruoli, ma un progetto di vita.
