“L’anima buona di Sezuan” e la fragilità della natura umana

Monica Guerritore inaugura la stagione di prosa al Manzoni con “L’anima buona di Sezuan” di Brecht, nella versione scenica di Giorgio Strehler

Dal 4 al 17 novembre 2021 la stagione 2021/2022 del Teatro Manzoni di Milano prosegue con lo spettacolo “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht (traduzione di Roberto Menin) ispirata all’edizione di Strehler. 

La celebre artista Monica Guerritore inaugura la stagione di prosa con “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht, nella versione scenica di Giorgio Strehler del 1981. Si tratta di un omaggio al più grande regista teatrale europeo, nonché suo maestro.

Al fianco di Monica Guerritore recitano Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Vincenzo Gambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni e Lucilla Mininno, che ne seguono le tracce con piena consapevolezza del personaggio, padronanza recitativa, e che fanno emergere con spietatezza e ironia, indossando alla perfezione i costumi di scena di Valter Azzini.

“Copio la versione scenica di Strehler e la riporto al pubblico che non l’ha vista. Senza copie nessun’opera d’arte sarebbe arrivata a noi. Mi misuro con il passato per togliergli, come scrive Pirandello nei Giganti ‘l’impalpabilità del non-essere’. E non ho paura. Poggio sulle spalle di un gigante. I grandi testi sono immortali germinatori di nuove visioni, versioni, a indicare il tempo in cui vengono letti compresi e rielaborati, ma le versioni sceniche che, come nel caso di Strehler, hanno la grandezza di un’opera d’arte si perdono. Mentre oggi quella versione di Strehler è lo specchio di quello che stiamo diventando” racconta Monica Guerritore. 

La trama dello spettacolo

Nella capitale della provincia cinese del Sezuan si manifestano tre divinità alla ricerca di qualche anima buona e generosa e ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, che li ospita per la notte. Il compenso inaspettato per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d’argento, che equivale, per Shen Te, alla possibilità di vivere bene. Ma il compenso è accompagnato da un comandamento, quello di continuare a praticare la bontà.

La povera Shen Te aprirà così una tabaccheria e si ritroverà subito addosso uno sciame di parassiti, falsi parenti bisognosi, esigenti, che abuseranno della sua indole generosa per appropriarsi delle poche fortune che le appartengono, da cui lei sarà costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo, Shui Ta, spietato con tutti. La storia si disloca attraverso queste due figure, una bianca e candida, l’altra nera e carismatica. A rendere il tutto ancor più intricato sarà l’amore della donna verso un giovane aviatore.

“Nel mio spettacolo – anticipa l’attrice, insignita dal 2011 dell’onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica – sarà forte l’influenza del mio maestro”.

Lo sdoppiamento del buono e del cattivo 

Nell’Anima Buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti, dalla povertà e dalla sofferenza, a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero e buffo di chi comprende. In questa parabola drammatica, lo sdoppiamento del buono e del cattivo ci riguarda. L’uomo è portato al bene. Il male è contro natura. La buona Shen Te dopo aver assunto le sembianze del cugino cattivo infatti dirà “com’è difficile essere cattivi”.

L’anima buona di Sezuan è uno spettacolo politico, sociale, ma altresì sentimentale e passionale. L’amore viene esibito nella sua forma più autentica, costretto a sopravvivere in un mondo che contempla la barbarie emotiva e i sentimenti puri sono merce di poco interesse. Uno spettacolo intrigante che conduce lo spettatore in una dimensione parallela, abitata da personaggi grotteschi, resi maestosi da un esercizio attoriale superlativo e una regia vibrante e sognatrice.

di Sara Buzzoni

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